«Le ultime bollette sono sproporzionate e la ristorazione e il settore più sensibile. Abbiamo bisogno dell’energia elettrica: abbiamo prodotti a temperatura controllata, che necessitano di strumenti e temperature sempre costanti». A parlare è Francesco Vittorio, vicedirettore dell’azienda Caffè epoca. Lo storico di locale di piazza Europa, dopo Spinella e Prestipino, si aggiunge alle attività catanesi che hanno preso posizione contro il caro bollette dell’energia elettrica che sta mettendo in ginocchio il settore. Molte attività stanno pensando di abbassare le saracinesche, cosa che determinerebbe non soltanto la perdita di storici marchi, ma anche la perdita di diversi posti di lavoro. Restando aperti, alcuni titolari delle attività prevedono un aumento ulteriore dei costi. «Non possiamo far pagare una granita e una brioche 15 euro – afferma Vittorio – Non possiamo riversare sui clienti le conseguenze di alcune manovre politiche».
Adesso i titolari stanno pensando di aderire alla protesta avanza da Confcommercio, che giovedì 15 settembre a partire dalle 20 ha invitato le attività a spegnere le insegne. «Se invitati a partecipare, noi aderiremo – aggiunge il vicedirettore – Dal 2020 abbiamo sostenuto una pandemia, delle zone rosse e adesso abbiamo quest’ultima crisi. Noi, nonostante tutto, cerchiamo di rinnovarci e non rimanere indietro. Aumentando le materie prime, aumentando la panna, il latte, la crema i costi lievitano, a questi si aggiungono quelli dell’energia – conclude Vittorio – Non possiamo vendere più una torta a 20 euro al chilo».
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