«Mi chiedo quanto le nuove amministrazioni potranno progettare per mettere in atto politiche per sconfiggere le povertà del nostro territorio, che hanno varie sfaccettature». Alla vigilia del voto a Catania, è l’arcivescovo Luigi Renna a porre questa domanda nel corso della presentazione del report Un cuore che vede dove c’è bisogno di amore dell’osservatorio delle […]
Catania, in un anno diecimila nuovi poveri. Caritas: «La disoccupazione è il problema più grave»
«Mi chiedo quanto le nuove amministrazioni potranno progettare per mettere in atto politiche per sconfiggere le povertà del nostro territorio, che hanno varie sfaccettature». Alla vigilia del voto a Catania, è l’arcivescovo Luigi Renna a porre questa domanda nel corso della presentazione del report Un cuore che vede dove c’è bisogno di amore dell’osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas. Un documento che fotografa la panoramica degli interventi di supporto alle persone vulnerabili: nel 2022 sono stati 343.333, in crescita di 10mila unità rispetto all’anno precedente. L’utente medio è uomo, italiano, di età compresa tra i 34 i 54 anni e con problemi abitativi. La disoccupazione è la problematica più rilevante, tra le richieste spiccano alimenti, pagamento di utenze e farmaci. «Ci troviamo di fronte ad una realtà composita e sofferente – analizza Carmela Impeduglia, referente dell’osservatorio delle povertà e delle risorse – con un’ampia presenza di famiglie multiproblematiche, caratterizzate da povertà economiche, occupazionali, culturali, educative e relazionali, a cui non ha senso dare risposte parziali, seppure qualificate, ma necessitano interventi integrati nell’ottica della sussidiarietà, all’interno di una comunità solidale e generativa».
Nel corso del 2022, gli interventi dei servizi della Caritas di Catania sono cresciuti per rispondere in maniera adeguata alle molteplici richieste arrivate dal territorio. Il numero più alto riguarda le persone che quotidianamente frequentano l’help center della stazione centrale per colazione, cena, vestiario, prodotti per l’infanzia, per usufruire dei servizi igienici e di una doccia calda. Ogni giorno, festivi inclusi, gli oltre
300 volontari suddivisi in gruppi coprono sette turni settimanali per preparare e distribuire pasti caldi e altri beni di prima necessità per circa 700 interventi alimentari, pari a 267.434 all’anno. Per i più fragili, anche forme di supporto più complesse come le accoglienze per donne vittime di violenza con minori, le consulenze dedicate al disbrigo della burocrazia, il sostegno economico per il pagamento delle utenze, attività di consulenza legale e psicologica e mediazione bancaria tramite il microcredito. E, in tal senso, sono cresciuti anche gli aiuti del centro di ascolto dell’help center, passati da 2.465 a 3.796: si tratta di cura e igiene della persona, supporti economici (pagamento delle utenze, acquisto di titoli di viaggio), distribuzione di vestiario e coperte, servizi tecnologici (ricarica dello smartphone, prenotazioni online, redazione di curriculum vitae, telefonate, gestione della posta elettronica o l’invio email), orientamento nelle strutture di accoglienza. «La Comunità ecclesiale, dinanzi alle molteplici povertà esistenziali – sottolinea il direttore don Piero Galvano – non può restare indifferente, ma si deve innanzitutto interrogare su cosa è possibile fare e, con l’aiuto della preghiera, deve impegnarsi a trovare risposte adeguate ai problemi del nostro tempo».
Un censimento che si estende anche alle Caritas vicariali e parrocchiali dell’arcidiocesi di Catania – 5.740 persone assistite nel 2022 – e al mondo delle associazioni – 1.676 persone aiutate nel 2022 – che operano in città e nei comuni limitrofi in diverse forme: dalla lotta alla dispersione scolastica alla consulenza per i permessi di soggiorno passando per la prima accoglienza e fino alle attività laboratoriali per minori e genitori in quartieri difficili. «Non è bello essere poveri – ha detto monsignor Renna – È sempre una sconfitta per tutti, è imbarazzante per chi vive questa condizione. Ma questo non toglie nulla alla dignità della persona, al suo modo di essere, alla sua cultura, alla sua fede. Su questi tre aspetti dovremmo fermarci ogni volta che offriamo un servizio a una persona bisognosa, per renderci conto che non siamo dei benefattori che danno tutto a chi non ha niente, ma persone che gli danno qualcosa e ricevono tanto. Questo mi auguro che sia l’esperienza di ogni cristiano e di ogni volontario».
Il profilo dell’utente medio: uomo e senza casa
Diverse centinaia di persone si presentano quotidianamente all’help center della stazione centrale per chiedere un aiuto di varia natura. Dai dati statistici registrati tramite il sistema OspoWeb di Caritas italiana emerge che mediamente si tratta di uomini (66 per cento), privi di abitazione, con domicilio di fortuna oppure ospitati da amici e parenti temporaneamente (30 per cento), nella fascia di età compresa tra 34 e 54 anni (65 per cento). La provenienza, invece, è pressoché identica: 50 per cento gli italiani e 50 per cento gli stranieri.
L’impegno delle parrocchie e delle associazioni
A fronte di 157 parrocchie presenti sul territorio dell’arcidiocesi di Catania, sono state 38 a rispondere al censimento operato dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse. Uno spaccato importante dell’impegno dei tanti volontari delle Caritas parrocchiali che, nel corso del 2022, hanno aiutato 5.740 persone, principalmente italiani (87 per cento), che hanno chiesto soprattutto alimenti, farmaci e supporto per il pagamento delle utenze. La problematica maggiormente riscontrata è stata legata alla mancanza di lavoro. Il terzo settore è particolarmente attivo a Catania e lo testimoniano le tantissime iniziative messe in campo dalle associazioni che hanno supportato 1.676 persone (64 per cento italiani): sportello legale, iniziative contro la dispersione scolastica, orientamento al lavoro, corsi di alfabetizzazione, supporto ai detenuti, consulenza legale, supporto domiciliare, e molto altro.