Carini, arriva Borgo d’arte-Urban center «Arte per fare rivivere zone dimenticate»

Borgo d’arte-Urban Center è il nome dell’ultimo progetto ideato da Nuova Carini, associazione culturale carinese nata circa due anni fa con lo scopo di rilanciare il territorio. L’evento ha lo scopo di mettere in mostra alcune opere d’arte, realizzate sia da artisti che da semplici appassionati, nei luoghi che i membri dell’associazione vogliono far rivivere: «Il nostro obiettivo principale – afferma Giuseppe Zito, membro fondatore dell’associazione – è quello di riportare i respiri e i passi dei cittadini carinesi nei luoghi abbandonati della cittadina e in quei luoghi che hanno perso la loro destinazione d’uso». Il primo appuntamento avrà luogo domenica 26 marzo dalle 10 alle 14 presso il Castello di Carini, ma il maniero è solo un punto di partenza: «Porteremo il nostro progetto in varie parti della città, sia a monte che a valle, senza alcuna discriminazione, anche perché siamo convinti che l’arte non sia qualcosa di elitario, bensì qualcosa da condividere».

Eugenio Sinatra, Giuseppina Irene Groccia e Pietro Galati sono i tre artisti che avranno maggiore spazio in questa prima edizione di Borgo d’arte-Urban Center, ma il progetto è aperto a tutti, nel pieno spirito di condivisione e apertura che l’associazione vuole comunicare. Sinatra è un ex medico dell’ospedale carinese Santo Spirito che, dopo la sua chiusura avvenuta nel 1996, tornerà in città in veste di artista, dimostrando la cianotipia, antica tecnica di stampa fotografica; Groccia, artista cosentina, esporrà la sua idea di arte digitale; Galati, infine, è un carrozziere carinese, pittore e scultore per passione.

L’installazione, inoltre, avrà una sezione dedicata all’Urban Center, uno spazio dedicato alle proposte per il rilancio dei luoghi abbandonati: «In questo ambito – continua Zito –, Claudio Mannino (altro membro fondatore, ndr) sta lavorando ad un progetto, che sarà messo in mostra domenica, relativo alla riqualificazione e riadattamento di un angolo del borgo medievale che potrebbe diventare un’arena o un luogo per incontri culturali». Il progetto comprende anche la creazione di un percorso che colleghi il vecchio mulino con l’eventuale arena. Il tutto sarà proposto al Comune, il quale però si trova in una condizione di dissesto finanziario: «Siamo consapevoli – commenta Mannino – che non è possibile mettere in pratica tutto ciò che abbiamo ipotizzato nel progetto, ma noi guardiamo al futuro e soprattutto cerchiamo di essere fattivi e concreti, piuttosto che lamentarci e restare inermi».

Marco Tranchina

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