Cara, inchiesta della commissione antimafia all’Ars Si indaga sugli appalti dopo lo scandalo Mafia capitale 

La gestione e gli appalti del Cara di Mineo, in provincia di Catania, saranno analizzati da un’apposita sottocommissione formata da alcuni deputati dell’Assemblea regionale siciliana. Il gruppo di lavoro è stato istituito all’interno della commissione regionale Antimafia presieduta da Nello Musumeci. La decisione nasce dal coinvolgimento del centro di accoglienza per richiedenti asilo nel Catanese nell’inchiesta romana Mondo di mezzo. Grazie all’operazione, gli inquirenti hanno fatto luce sulla nuova mafia romana e sugli intrecci con imprenditoria ed estrema destra il cui business passava anche attraverso la gestione dell’immigrazione.

Al centro del sistema, che avrebbe permesso un giro d’affari milionario sulla pelle degli immigrati, è stato individuato Luca Odevaine. Membro della commissione che ha assegnato all’associazione di imprese Casa della Solidarietà l’appalto triennale da 100 milioni per la gestione del Cara, è esperto del presidente (attualmente il sindaco di Mineo Anna Aloisi) del Consorzio calatino Terra d’Accoglienza, ente che soprintende alla gestione della struttura. In alcune intercettazioni pubblicate da La Repubblica, inoltre, Odevaine ammetterebbe di aver incassato un pagamento da 20mila euro da parte de La Cascina, azienda che si occupa di ristorazione all’interno del centro. 

Assieme agli inquirenti, adesso, anche la commissione dell’Ars dovrà valutare le attività del centro e fare luce sulla sua gestione. «Sono in grado di orientare i flussi (di migranti, ndr) che arrivano da giù – affermava Luca Odevaine non sapendo di essere intercettato – anche perché spesso passano per Mineo, e poi da Mineo vengono smistati in giro per l’Italia, per cui un po’ a Roma, un po’ nel resto d’Italia… se loro c’hanno strutture che possono essere adibite a centri per l’accoglienza da attivare subito in emergenza, senza gara, le strutture disponibili vengono occupate e io insomma gli faccio avere parecchio lavoro».


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