Il provvedimento è stato chiesto dalla Procura di Caltagirone guidata da Giuseppe Verzera. L'attività investigativa è stata avviata dopo il noto procedimento Mafia Capitale. Contestati i reati di truffa e falsità ideologica in atti pubblici. L'operazione anche in altre regioni italiane
Cara di Mineo, perquisizioni e 6 avvisi di garanzia Gonfiate presenze migranti per ottenere più soldi
Ancora indagini sulla gestione del Cara di Mineo. Perquisizioni e sequestri in società ma pure avvisi di garanzia nei confronti di sei persone indagate a vario titolo dei reati di falsità ideologica in atti pubblici e di truffa aggravata. Il provvedimento è stato chiesto dalla procura della Repubblica di Caltagirone e a eseguirlo in queste ore è il personale della squadra mobile di Catania e quello del commissariato calatino. Gli illeciti, secondo gli inquirenti, avrebbero avuto lo scopo di ottenere fondi pubblici ai danni dello Stato e dell’Unione europea.
Le indagini sono state avviate dopo il procedimento noto come Mafia Capitale. L’obiettivo è stato fin da subito l’accertamento di presunti illeciti nella gara d’appalto per la gestione triennale del Cara di Mineo del 24 aprile 2014. Una gara, quest’ultima, che è stato considerata illegittima dall’autorità nazionale Anticorruzione con un parere del 25 febbraio 2015.
In particolare dall’analisi delle presenze giornaliere dei migranti nel Cara, sarebbe emerso che sono state gonfiate le presenze, di conseguenza sarebbero stati corrisposti all’ente gestore importi superiori a quelli dovuti per gli anni 2012, 2013, 2014 e 2015 per un totale di un milione di euro. Gli inquirenti stanno perquisendo società in tutto il territorio nazionale. Nel frattempo, la struttura di Mineo è sorvolata da un elicottero della polizia.