Capodanno, botti e sorprese C’è chi (si) ferisce e chi pulisce

Puntuale proprio come il Capodanno è arrivato il primo bilancio dei feriti per i fuochi d’artificio. Da quello che ho sentito, a Catania, quattro persone sono state ricoverate al Cannizzaro e uno tra questi, un uomo di sessantanni di Mascalucia, ha perso due dita della mano sinistra. Una conclusione ormai scontata e a cui pensavo giorno 31, vedendo diversi baracchini di fuochi e petardi abusivi montati per le strade. Eppure scrivo qui perché quest’anno ho avuto una sorpresa. Piccola e che non basta a ripagare da tanta illegalità, ma che voglio lo stesso condividere.

Questa fine dell’anno mi trovavo a festeggiare in un punto privilegiato della città, se così vogliamo definirlo: il Fortino. In piazza gli abusivi si sprecavano. E pure i bambini che sparavano i fuochi, ancora prima di cena, nelle rotonde. La polizia, che passava di lì forse per caso, se n’è andata così com’è arrivata.

Alla mezzanotte, dalla terrazza della casa in cui cenavo, ho potuto stilare una personale classifica. A sinistra vedevo i fuochi del viale Mario Rapisardi e di piazza Risorgimento. A destra avevo Librino. Dopo un iniziale vantaggio del viale – per numero e intensità dei botti – la città satellite ha stracciato tutti. Dal Futtino, invece, un inspiegabile silenzio.

I fuochi si stavano solo facendo desiderare. A mezzanotte passata, quando nel resto della città gli spari si erano esauriti, in corso dei Mille è cominciato lo spettacolo. Tanti botti e talmente ben organizzati da far invidia a quelli del Borgo per la festa di Sant’Agata. “Secondo me Santancanelli li ingaggia”, ha commentato un’amica a bocca aperta. Fuochi molto belli, per carità, ma in mezzo alla strada. E con i bambini in giro.

Alla fine dello spettacolo, applausi da tutto il condominio. Noi mormoravamo a mezza bocca fino a quando non abbiamo sgranato gli occhi davvero.

Dopo aver raccolto la gloria, gli specialisti dei botti si sono armati di sacchetti e hanno raccolto anche i resti. Davanti a casa mia invece, nel civilissimo Borgo-Sanzio (quartiere d’élite giusto?), l’indomani era un tappeto di spazzatura.

Ho pensato che, se continua così, c’è una speranza anche per noi: che l’anno prossimo gli unici a recarsi al pronto soccorso saranno le vittime dell’indigestione.

Maria Grazia


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