La riserva Laguna di Capo Peloro e le Isole Eolie (con Vulcano e Panarea). Sono i due siti naturalistici siciliani scelti come aree pilota del progetto internazionale Miramar, focalizzato nella regione del Mediterraneo con il coinvolgimento di 6 Paesi. Nell prossime settimane e fino a dicembre 2027, gli studiosi – coordinati dalla stazione zoologica Anton Dohrn […]
Foto di progetto Miramar
Due siti siciliani al centro di una ricerca ambientale internazionale. Gli obiettivi: «Prevenire, mitigare e ripristinare»
La riserva Laguna di Capo Peloro e le Isole Eolie (con Vulcano e Panarea). Sono i due siti naturalistici siciliani scelti come aree pilota del progetto internazionale Miramar, focalizzato nella regione del Mediterraneo con il coinvolgimento di 6 Paesi. Nell prossime settimane e fino a dicembre 2027, gli studiosi – coordinati dalla stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli – studieranno gli stress multipli su diverse specie di invertebrati, alghe e fauna ittica presenti nel lago di Faro, all’interno della riserva. Verrà anche installato un sistema di monitoraggio ambientale continuo, con delle centraline che acquisiranno e trasmetteranno i dati in tempo reale. Sulla base dei quali sviluppare poi delle soluzioni.
Il progetto Miramar
Finanziato dal programma Interreg Euro-Med con un budget di 2,5 milioni di euro, il progetto ha come obiettivi «la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini e costieri della regione mediterranea», si legge sul sito dedicato all’iniziativa. Affrontando le sfide ambientali più urgenti con un approccio scientifico: «Monitorare gli impatti cumulativi su praterie di posidonia, zone umide costiere e habitat di specie a rischio di estinzione», per poi, sulla base dei dati e delle criticità riscontrate, «sviluppare e testare soluzioni innovative basate sulla natura per il ripristino degli ecosistemi», anche attraverso la collaborazione con le comunità locali. Con il triplice risultato atteso di «prevenire, mitigare e ripristinare». L’intero progetto avrà la durata di 33 mesi e riguarderà tutto il bacino del Mediterraneo: con 8 partner, 14 partner associati e 9 aree pilota da studiare tra Albania, Croazia, Francia, Grecia, Spagna e Italia. Con la penisola presente attraverso i siti siciliani e altre aree in Toscana.
La soddisfazione della Regione siciliana
«La selezione di Capo Peloro e delle Isole Eolie rappresenta un riconoscimento straordinario del valore scientifico e naturalistico dei nostri territori – dice Giusi Savarino, assessora al Territorio e ambiente della Regione Siciliana – Queste due eccellenze del patrimonio naturale della Sicilia diventano oggi laboratori di ricerca per l’intera regione mediterranea. La partecipazione dell’assessorato a questa importante iniziatica scientifica ci consente di valorizzare le nostre riserve naturali attraverso ricerca d’avanguardia e di contribuire allo sviluppo di strategie innovative per la tutela degli ecosistemi marini». Con uno sguardo che va già alla fine del progetto: «I risultati delle attività – conclude l’assessora – avranno ricadute positive non solo per la Sicilia, ma per l’intero bacino mediterraneo, confermando il ruolo di leadership della nostra regione nella ricerca ambientale».