Capitale italiana della Cultura, Palermo ci riprova Orlando: «Grande opportunità per tutto il Paese»

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha partecipato a Roma, al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, all’audizione delle dieci città finaliste per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2018. Oltre a Palermo, sono in finale Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo Torinese, Trento e l’Unione dei Comuni Elimo Ericini. Le dieci città, su 21 partecipanti sono state scelte all’unanimità dalla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni. La città vincitrice sarà scelta il prossimo 31 gennaio e avrà assegnato un contributo di un milione di euro e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del patto di stabilità.

Il 2018 è l’anno in cui la Palermo ospiterà Manifesta12, una fra le principale biennali di arte contemporanea su scala mondiale. «Quell’anno – afferma Orlando – la nostra città sarà di fatto una capitale dell’arte contemporanea e la possibilità di abbinare le attività con quelle di Capitale italiana della Cultura rappresenta una grande opportunità non solo per Palermo, ma per tutto il nostro paese. La Capitale italiana potrà diventare un palcoscenico facendo di quello che sarebbe un evento nazionale, un grande evento internazionale. La visibilità internazionale data da Manifesta sarà uno straordinario strumento per venire incontro alla volontà del governo nazionale di diffondere il valore della cultura come volano per la coesione sociale, l’integrazione e lo sviluppo».

Fra le attività previste spiccano: la realizzazione di una piattaforma telematica cultura e tempo libero all’interno del programma PON Metro, con l’obiettivo di realizzare un Portale del Territorio sul patrimonio artistico e monumentale, il patrimonio naturalistico e ambientale, le tradizioni e i prodotti eno-gastronomici, le tradizioni culturali, la cultura in genere, le strutture ricettive e di ristoro, gli eventi culturali e ricreativi; mettere a sistema delle risorse culturali riguardanti orari e modalità di accesso a teatri, monumenti, strutture sportive e biblioteche; condividere l‟accesso al patrimonio librario dell‟intera area metropolitana attraverso la realizzazione di un portale unico di prenotazione e di consultazione in grado di mettere a sistema non solo le strutture comunali ma anche quelle scolastiche e universitarie; realizzare un sistema di prenotazione dei servizi turistici, in grado non solo di proporre soluzioni tradizionali (trasporto, vitto, alloggio e itinerario) ma anche di valorizzare i prodotti del territorio diventando un vero e proprio portale di marketing territoriale.

Il progetto si basa su una forte collaborazione fra pubblico e privato e sul rafforzamento della sinergia con l’associazionismo culturale della città, oltre che, come detto sulla collaborazione interistituzionale che coinvolge anche l’Accademia e il Conservatorio. Prevista anche la riorganizzazione funzionale degli spazi culturali: si tratta di rivedere la gestione e fruizione degli spazi, secondo il criterio dei poli: polo Teatrale cittadino (che comprende fra gli altri il Montevergini, il Garibaldi, la Sala De Seta, lo Spasimo); polo Espositivo (GAM, Palazzo Ziino, ZAC, Ecomuseo del Mare); polo Archivistico-bibliotecario (biblioteca comunale, archivio storico); polo etno-nntropologico (museo Pitrè, palazzo Tarallo).

Orlando sottolinea che «questa candidatura si inserisce in una programmazione già ampia e che ha visto la partecipazione di una grande rete istituzionale che coinvolge l’università, i teatri cittadini, tanti enti culturali ed anche altri comuni dell’area metropolitana e che si è aperta alla collaborazione di tante realtà private». Il sindaco ha sottolineato che «la eventuale nomina a Capitale Italiana della cultura potrà rafforzare le iniziative comunque già programmate e finanziate con interventi quali il Patto per Palermo ed il Pon Metro, oltre alla sempre più efficace sinergia con le principali istituzioni culturali della città, e potrà servire da corollario ad una programmazione culturale che presti attenzione alle realtà locali ed ai giovani, ampliando gli orizzonti partecipativi».


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