Capaci, il tempo della riscossa

A vent’anni di distanza da quella che è passata alla storia come la “Strage di Capaci”, il paese alle porte di Palermo cerca un nuovo riscatto. E lo fa nel segno di una nuova socialità. Puntando sulla solidarietà, coinvolgendo i giovani, sognando una città a misura d’uomo. Provando ad ottimizzare le risorse disponibili: le tradizioni, le attività culturali, le spiagge e il mare.
Questo, in sintesi, il programma portato avanti da ‘Cittadini Attivi’, un’Associazione nata ad ottobre dello scorso anno, ma già presente nel paese e nel territorio. Sono un bel gruppo – quasi un centinaio di persone che operano nei vari settori della società – insieme per realizzare un progetto ambizioso: rinnovare la classe dirigente di tutto il comprensorio. Perché l’Associazione ‘Cittadini Attivi’ punta ad allargare il proprio raggio d’azione in tutta l’area che, daPalermo, si distende fino a Punta Raisi, da Isola delle Femmine a Carini, da Terrasini a Cinisi.
La prima attività sviluppata in questi mesi è stata l’assistenza ai poveri. “Il momento non è dei migliori – ci dice Benedetto Marasà (nella foto a destra), presidente dell’Associazione ‘Cittadini Attivi’ -. Quando, nei mesi scorsi, abbiamo avviato la nostra esperienza ci siamo accorti che, da queste parti, forse anche a causa dell’attuale crisi economica, c’è tanta povertà. Così ci siamo subito attivati per realizzare un Banco alimentare che abbiamo chiamato Palazzo della solidarietà”.
Il ‘Palazzo della solidarietà’ si trova nella parte antica di Capaci. E’ un edificio a più piani che è stato messo a disposizione gratuitamente dal cugino di Marasà, che naturalmente e anche lui uno dei protagonisti di questa esperienza. Qui vengono raccolte le derrate alimentari poi distribuite a chi ne fa richiesta.
In questi primi quattro mesi di attività l’Associazione ha messo su anche un doposcuola. I protagonisti di questa esperienza sono studenti universitari e delle scuole superiori che seguono i ragazzi più piccoli che a scuola rimangono un po’ indietro.
I problemi da affrontare sono tanti. Ma i protagonisti di questa avventura – non possiamo citarli tutti perché sono tanti: citiamo soltanto quelli che abbiamo conosciuto: Benedetto Salvino, Salvatore Bologna, Giusto Bologna, Paolo Vassallo, Orazio Vassallo, tutti di Capaci. E anche Salvatore Minì, che inseme con Benedettò Marasà lavora per allargare questa esperienza di solidarietà dalle parti di Carini.
Come già accennato, sono uomini liberi che lavorano per costruire una prospettiva diversa per Capaci e, in generale, per tutto il comprensorio. Ci raccontano che in questi paesi ci sono tanti disabili. “Alcuni sono assistiti, altro lo sono un po’ meno”, spiegano. Da qui l’idea di dare vita a una cooperativa sociale per assistere i disabili. Con tutte le difficoltà che ciò comporta, in una Regione – la Sicilia – nella quale le risorse per le attività sociali sono state drasticamente ridotte. “Ma dove non arriva la mano pubblica – di dicono in coro i protagonisti di ‘Cittadini Attivi’ – deve arrivare la solidarietà delle persone. E noi siamo qui per questo”.
Ognuno dei protagonisti di questa esperienza, oltre la lavorare per un progetto collettivo, partecipa mettendo a disposizione le proprie specificità, le proprie passioni. C’è chi ha costituito un museo della legalità, chi racconta le storia e le tradizioni di queste contrade, chi si diletta di pittura. Impossibile, in un articolo, descrivere tutto il lavoro che in soli tre quattro mesi è stato fatto. E, soprattutto, le cose che contano di realizzare. Per questo motivo Link Sicilia ha deciso di dedicare uno spazio a questo gruppo che ha deciso di operare in un comprensorio che, peraltro, è piuttosto ampio.
“Quest’anno – ci dice Marasà, che è un po’ l’animatore di questa esperienza – ricorderemo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta trucidati vent’anni fa nella ‘Strage di Capaci’. Ebbene, vogliamo farlo dando un senso civile a questo ricordo. Vogliamo ricordare questa data puntando sulla solidarietà. Ma anche dando una diversa prospettiva a questo paese e, se ci riusciremo, a tutta la zona”.
Dietro c’è anche la voglia di uno sviluppo diverso dall’attuale. “… e case costruite sulla sabbia, nient’altro da segnalare…”, recita una canzone di Francesco De Gregori di qualche decennio fa, ma sempre attuale, almeno per la parte che riguarda questo tratto di costa – parliamo della costa che da Sferracavallo corre fino a Terrasini – che non è certo stata risparmiata dal cemento.
“Ecco – ci dice sempre Marasà – la nostra speranza è quella di ‘ridisegnare’ il rapporto tra questa cittadina e il mare. Il mare, la spiaggia sono beni della collettività. Che vanno tutelati e resi fruibili a tutti. A Capaci non c’è ancora un Piano regolatore generale. E questo è un impegno che vogliamo assumerci verso la città: lavorare insieme per un Piano regolatore. Per dare a Capaci un futuro vero”.

 

 

 

 

 


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