«Canicattini Bagni è famosa per le sue terme, le cui acque sono note fin dall’antichità per le loro proprietà curative». Tra le migliori quattro cose da fare in Sicilia, nel blog di Magna Sicilia presidio slow tourism spicca un’esperienza fantastica nella cittadina in provincia di Siracusa. Fantastica soprattutto perché, a Canicattini Bagni, le terme non esistono e non sono mai esistite. A trarre in inganno, da sempre, è la seconda parte del nome del paese: “Bagni perché ci sono le terme?”, è la tipica domanda dei forestieri. Una frase che ognuno dei poco più di settemila canicattinesi – compresa chi scrive – ha imparato a smentire fin da piccolo. «Si è trattato di un errore e la ringraziamo per avercelo fatto notare», rispondono a MeridioNews dal team di Magna Sicilia che ha la sede a Ispica, in provincia di Ragusa. Una start up nata da un gruppo di ragazzi siciliani nel 2020, nel periodo di lockdown per il Covid, come «network di slow tourism che vuole valorizzare la tradizione siciliana e fare conoscere – si legge nella descrizione sul sito – la vera essenza di quest’isola dalla storia millenaria». Errori a parte, che hanno stimolato l’ilarità dei canicattinesi. «È bello che la nostra cittadina venga messa al primo posto tra le quattro migliori cose da fare in Sicilia – commenta a MeridioNews il sindaco Paolo Amenta – Ma ci piacerebbe ancora di più se lo fosse per le cose che davvero vale la pena di venire a visitare».
Il nome del paese porta degli Iblei è dovuto al fatto che il territorio apparteneva ai marchesi Danieli, signori del feudo di Bagni. Da uno di loro, Mario Daniele Partexano, il 21 luglio del 1682 viene fondata Canicattini Bagni. Mentre non c’è nessun dubbio sul motivo della denominazione Bagni, a restare ancora incerta è piuttosto la prima parte del nome del paese: Canicattini. Per lo studioso e storico del territorio Canonico Aiello, deriverebbe dall’arabo e sarebbe un nome composto da un aggettivo e un sostantivo che insieme significano Fontana che scorre nel territorio di Noto. Secondo interpretazioni più recenti, invece, deriverebbe dall’unione di tre parole che tradotte stanno per Fossato del fango. Oggi, però, Canicattini Bagni – spesso alle prese con un altro errore tipico: “No, non è Canicattì, quella è in provincia di Agrigento” – è conosciuta per essere la città del Liberty e della Musica. «Perché abbiamo una banda musicale con 152 anni di storia – spiega il primo cittadino – e perché i raduni bandistici internazionali organizzati in piazza XX settembre sono arrivati alla 40esima edizione».
E poi c’è il Liberty. Lo stile architettonico che decora molte facciate delle abitazioni di Canicattini Bagni, realizzate da scalpellini locali che nelle loro stesse case hanno fatto le prove tecniche e più economiche per andare poi a realizzare il Barocco di Noto. «I percorsi enogastronomici, la valorizzazione della medicina popolare con il museo Tempo – elenca il sindaco, senza la pretesa di essere esaustivo – la bellezza del paesaggio collinare tra ulivi secolari e cave fino alla valle dell’Anapo e a Pantalica, il monumento del ponte di Sant’Alfano e anche il cimitero monumentale. Di cose da vedere, insomma, e di esperienze da vivere a Canicattini Bagni ce ne sono diverse e per tutti i gusti». Ma no, le terme non ci sono. E, a scanso di equivoci, nemmeno il mare.
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