Canalicchio, sosta selvaggia per le strade  Residente: «I vigili urbani non controllano»

«Le foto le ho scattate ieri mattina ma, se adesso uscissi a fare un giro per il quartiere, la situazione sarebbe la stessa». È una denuncia di disordine e di inciviltà, a opera degli automobilisti etnei, quella che arriva da un residente del quartiere CanalicchioGiuseppe Sperlinga, docente dell’università di Catania. «A qualunque ora del giorno e della notte, si trovano macchine in doppia fila, sui marciapiedi e in prossimità delle strisce pedonali». Motivo per cui i pedoni sono costretti a transitare per strada, ai bordi delle carreggiate che in via Taranto, in via Archimede Cirinnà e in via Pietro Novelli sono già abbastanza strette. Un pericolo che diventa maggiore negli orari in cui «passano da qui le linee urbane ed extraurbane degli autobus», sottolinea Sperlinga. 

Il residente, insieme ad altri abitanti della zona e agli esponenti del consiglio di municipalità, ha segnalato più volte la stato di fatto all’amministrazione comunale e ai vigili urbani. Ma poi «non è mai cambiato nulla. La polizia municipale dice di non avere abbastanza mezzi e personale per intervenire quando si congestiona il traffico per via della sosta selvaggia e le istituzioni, di fatto, non si sono mai interessate», attacca Sperlinga. Che racconta come sia normale, passeggiando per le vie della II municipalità, vedere «anziani o gente che spinge un passeggino camminare per strada poiché i tratti pedonali sono invasi dalle auto». 

Per Sperlinga la percezione è quella di un’area «assolutamente abbandonata a sé stessa, dove non si vede mai in giro una volante della polizia municipale». A occuparsi dei controlli «sono, alternativamente, una pattuglia dei carabinieri e una della polizia di Stato ma senza che questo si traduca in un maggiore controllo di Canalicchio», sostiene il residente. «Molte delle persone che vivono qua ormai si sono rassegnate all’inciviltà degli automobilisti ma io – confida – preferisco continuare a indignarmi e a denunciare quello che non mi sta bene». «Magari, a un certo punto, le cose cambieranno e Canalicchio diventerà un luogo più vivibile», conclude.


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