Sono entrati con il buio, tagliando il lucchetto del cancello d'ingresso e introducendosi con un mezzo pesante per portare via macchinari, attrezzi e scorte di alimenti. Stamattina gli attivisti hanno anche trovato sulla strada sterrata del terriccio bruciato, come se avessero dato fuoco ad un'auto, ma la carcassa non è stata rivenuta. «Non è la prima volta che agiscono il mercoledì notte, quando non abbiamo attività serale. Non è escluso che sia la stessa mano», spiega Piero Mancuso, uno dei fondatori della squadra di rugby I Briganti che lancia un appello: «Chi ha attrezzi che non usa, può portarli al campo»
Campo San Teodoro, furto da 2mila euro «Sempre scelto di non cercare protezione»
Nuovo furto al Campo San Teodoro. I ladri hanno agito tra la serata di ieri e la notte, hanno tagliato il lucchetto del cancello principale e sono entrati con un mezzo pesante, portando via tutto quello che hanno trovato: i macchinari – il tagliaerba, il decespugliatore, i fornelli da campo che la squadra di rugby dei Briganti usa per il terzo tempo dopo le partite -, il seghetto alternativo, gli attrezzi per la manutenzione del campo, i riflettori che a breve avrebbero illuminato l’impianto, i soldi della cassa del bar. Persino le casse di birra, l’olio e i pacchi di pasta. Stamattina, sulla stradina sterrata davanti al cancello d’ingresso, i ragazzi del San Teodoro hanno trovato anche una sagoma annerita come se avessero bruciato una macchina, ma la carcassa non c’era più. «Quest’ultimo particolare è molto strano – spiega Piero Mancuso, coordinatore delle squadre giovanili – Ma non è la prima volta che entrano il mercoledì notte, quando non abbiamo attività serale. Non è escluso che sia la stessa mano. Hanno rubato beni per un valore di 2mila euro e messo a soqquadro tutto. Non siamo certo stupiti: abbiamo scelto da sempre di non cercare protezione nel quartiere».
I ladri, dopo aver aperto il cancello, hanno sfondato il muro sul retro della Club House Peppe Cunsolo. Una parete invisibile, perché dall’esterno non si vede. Una volta dentro hanno rovistato, portando via tutto quello che poteva essere rivenduto. Hanno lasciato solo i palloni e l’attrezzatura per il rugby. Quindi sono entrati anche nella palestra, dove però non hanno toccato niente. Oltre al furto dell’aprile del 2013, in passato sono stati rubati anche i cavi dell’impianto elettrico, motivo per cui i riflettori del campo rimangono spenti. «Abbiamo già sistemato il muro che avevano in parte abbattuto, lo rinforzeremo con una griglia di acciaio», aggiunge Mancuso. Sulla pagina Facebook del Campo San Teodoro, molti attivisti o semplici simpatizzanti manifestano la loro rabbia e indignazione. «Rubano ai loro stessi figli», è il pensiero comune.
Nei giorni scorsi le attività sono proseguite senza intoppi. Ieri – su sollecitazione degli stessi Briganti, del presidente e dei consiglieri di municipalità – la ditta Oikos ha effettuato una pulizia straordinaria del campetto di calcio in sintetico attiguo a quello da rugby e della stradella che collega il viale Moncada all’ingresso secondario. «Abbiamo rimosso molti rifiuti, tra cui amianto – precisa l’allenatore – Non so se le due cose sono collegate, se ha dato fastidio a qualcuno. Il quartiere è immenso, non basta la rete di persone che utilizzano il campo per essere sicuri. L’unico modo per difenderci è proteggerlo al meglio e utilizzarlo sempre di più».
I Briganti ricominceranno pazientemente a rimettere insieme quanto è stato rubato. «Prossimamente – annuncia Mancuso – organizzeremo qualche evento per finanziarci, intanto lanciamo un appello: chiunque abbia a casa attrezzi che non usa, può portarli al campo».