Ancora una volta, il consiglio camerale di insediamento della cosiddetta Super Camera del sud-est non si riunirà. Era previsto per lunedì 31 luglio a Catania, ma la vice presidente della Regione Mariella Lo Bello, con una nota diffusa nel primo pomeriggio di oggi, ha revocato la seduta, rinviandola a data da destinarsi. Una scelta influenzata dagli avvenimenti romani di ieri, quando la conferenza unificata Stato-Regioni – che aveva all’ordine del giorno il tema della Camere di Commercio, in particolare lo spinoso dossier Catania-Siracusa-Ragusa – ha stabilito che il dibattito sul punto si terrà tra pochi giorni, giovedì 3 agosto. L’accorpamento a tre salta dunque per la terza volta, dopo i flop del 14 e del 28 febbraio. E – a leggere il testo dell’assessora regionale allo Sviluppo economico – non è detto che avvenga in futuro.
«Lo schema di decreto del ministero dello Sviluppo Economico di ridefinizione delle 60 circoscrizioni territoriali – scrive la vice del governatore Rosario Crocetta – prevede la conferma della istituzione della Camera di Commercio di Catania e l’istituzione della nuova Camera di Commercio di Ragusa e Siracusa». Dunque il reggente del Mise Carlo Calenda e i suoi uffici stanno lavorando all’ipotesi di due organismi: uno, autonomo, della Città metropolitana di Catania, e uno che metta insieme le strutture camerali di Ragusa e Siracusa. Con quest’ultima città che, al passare dei mesi, ha assunto un ruolo di particolare rilievo. Un ruolo di freno al processo di accorpamento a tre, per lo meno in alcuni suoi ambienti. Sul piano politico, ma soprattutto per quel che riguarda le associazioni di categoria che fanno capo alla cordata confindustriale, guidata – com’è noto – da Ivan Lo Bello.
Il raggruppamento coagulatosi attorno a Confcommercio, che a detta di molti avrebbe un’ampia maggioranza nel consiglio camerale a tre, ci ha messo pochi minuti a reagire con durezza: «I consiglieri nominati appartenenti alla cordata – recita un comunicato – si autoconvocano per le 10 di lunedì prossimo, nella Camera di Commercio etnea, con l’intento di insediarsi». A dispetto di quanto stabilito dall’assessora Lo Bello, «la quale, per la terza volta, ingiustificatamente, revoca l’insediamento che aveva precedentemente previsto per lo stesso giorno». Il decreto di accorpamento, come ricordano le sigle di categoria, risale al settembre 2015. Non è chiaro quale valore formale possa avere una simile iniziativa. Frattanto il telefono di Pietro Agen, leader di questo gruppo di associazioni che ha da poco lasciato la presidenza di Confcommercio Sicilia, squilla a vuoto.
Due giorni fa la procura di Catania ha messo un primo punto fermo su uno dei versanti di scontro più delicati, quello giudiziario, con l’avviso di conclusione delle indagini per undici rappresentanti di associazioni di categoria, per falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, nella vicenda delle presunte false attestazioni – che sarebbero 81 – per gli elenchi di iscritti valevoli per la definizione dei seggi in Consiglio. Nella stessa giornata si è appresa la richiesta di archiviazione degli indagati nell’inchiesta sulla nomina di Ornella Laneri nel ruolo di amministratrice delegata di Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania. E proprio il controllo, sul piano azionario, dell’aerostazione etnea rimane sullo sfondo del fuoco incrociato che riguarda le Camere di Commercio.
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