Sono tre i tamponi che hanno dato esito positivo tra i 21 effettuati nelle ultime 48 ore all'ospedale Sant'Elia. Siglato un protocollo tra le due Asp che consentirà di canalizzare i pazienti Covid-19 negli ospedali di Gela e Caltanissetta
Caltanissetta, quattro nuovi contagi da Coronavirus Protocollo con Agrigento per scambio di pazienti gravi
Sono tre i tamponi che hanno dato esito positivo tra i 21 effettuati nelle ultime 48 ore all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. A risultare contagiati dal coronavirus sono il paziente di Licata che era stato trasportato al Sant’Elia la notte scorsa in condizioni critiche tanto da essere ricoverato in Terapia intensiva respiratoria. Positivo anche il tampone sul paziente di San Cataldo di 32 anni che si trova adesso ricoverato nel reparto di Malattie Infettive e manifesta una leggera dispnea. Sono state adottate tutte le misure previste per l’isolamento di familiari e contatti dell’uomo.
Infine è risultato positivo al coronavirus anche un collega d’ufficio del paziente defunto mercoledì a Caltanissetta. Si trova in isolamento domiciliare con una leggera sintomatologia. In serata sono pervenuti all’Asp di Caltanissetta anche dieci tamponi negativi dei 21 di cui complessivamente si attendeva l’esito. Domani sarà fatto il punto in attesa dei test non ancora pervenuti.
Il lavoro per i sanitari degli ospedali Sant’Elia di Caltanissetta e Vittorio Emanuele di Gela
è cresciuto in modo costante negli ultimi giorni. Domenica mattina nel frattempo l’esito è arrivato per tre
pazienti, di cui due ricoverati al Sant’Elia e uno in isolamento domiciliare: questi ultimi sono tutti
negativi al Covid-19. Uno è un cittadino pachistano che era stato prelevato dalla sua abitazione dai
sanitari del 118 muniti di tute anti contaminazione. Scene che si ripetono ormai quotidianamente e
che spesso vengono immortalate dalle fotocamere degli smartphone dei vicini e finiscono per
alimentare la paura nei tanti gruppi whatsapp dove si diffondono in modo virale.
Fino a oggi e prima delle nuove notizie arrivate nella tarda serata, in provincia di Caltanissetta i casi accertati di contagio da coronavirus erano due. Il primo è il biologo 58enne di Caltanissetta deceduto mercoledì scorso all’ospedale Sant’Elia
per un’insufficienza cardio respiratoria causata da una grave polmonite e il secondo è un cittadino di
Niscemi ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Caltagirone e la cui positività è
emersa oggi. Nel primo caso i colleghi e i familiari del 58enne sono stati posti in isolamento
domiciliare con sorveglianza attiva da parte dell’Asp. Per il dirigente dell’ufficio in cui lavorava il
paziente deceduto, il tampone ha dato esito negativo. Per i familiari ed i contatti del paziente di
Niscemi positivo al Covid-19, l’Asp di Caltanissetta ha avviato le procedure epidemiologiche e la
sorveglianza attiva.
A questi casi si aggiunge la dottoressa di Sciacca, la prima contagiata di quel focolaio che desta molta preoccupazione,
trasferita al Sant’Elia dov’è ricoverata in condizioni stabili nel reparto di Malattie Infettive.
Nella provincia di Agrigento, infatti, non sono ancora stati attivati i reparti di Malattie Infettive e
Pneumologia e questo ha indotto le due Asp di Agrigento e Caltanissetta a siglare un protocollo
operativo che consentirà di canalizzare i pazienti Covid-19 negli ospedali di Gela e Caltanissetta,
mentre i pazienti del Nisseno, che per altre patologie necessitano di Terapia intensiva respiratoria,
verranno trasferiti negli ospedali di Agrigento e Sciacca.
«Il protocollo d’intesa – si legge nel
documento – è finalizzato a ottimizzare l’allocazione dei pazienti Covid-19 e Non-Covid-19 con
particolare riferimento alla terapia intensiva. Le due aziende si impegnano vicendevolmente. L’Asp
di Caltanissetta prenderà in carico i pazienti Covid-19 meritevoli di ricovero in Terapia Intensiva
provenienti dall’Asp di Agrigento presso i reparti dell’Asp di Caltanissetta destinati ai pazienti
affetti da Covid 19».
Insomma uno scambio per ottimizzare i posti letto disponibili.
L’azienda sanitaria nissena in particolare mette a disposizione otto posti di Terapia Intensiva al
Sant’Elia riservati ai pazienti Covid-19 (casi sospetti e casi confermati, ndr.) e altri otto posti a Gela. I
posti letto di Terapia Intensiva per le altre patologie sono rispettivamente otto a Caltanissetta, otto ad
Agrigento e otto a Sciacca. I pazienti di Gela sono stati già trasferiti ad Agrigento.
Da venerdì intanto è attivo a Caltanissetta il pronto soccorso per i pazienti infettivi. Il manager
dell’azienda sanitaria, Alessandro Caltagirone, ha sospeso le attività del reparto Pet-Medicina
nucleare che si trova in una palazzina separata dal corpo principale dell’ospedale. Nella stessa
palazzina si trova il reparto di isolamento di Malattie infettive. Poichè nel reparto Pet-Tac sono
presenti posti letto a pressione negativa e al contempo tutti i casi sospetti di Covid-19 necessitano di
Tac, l’istituzione del Pronto soccorso infettivologico ha consentito di creare un percorso
completamente autonomo e separato dagli altri reparti dell’ospedale nisseno con percorsi esclusivi,
squadre dedicate di medici, tecnici, infermieri e operatori sanitari.
«Dalla sua attivazione sono stati
effettuati 11 tamponi e 3 tac – spiega il direttore generale dell’Asp, Alessandro Caltagirone -.
Alcuni pazienti sono stati mandati a casa perché le condizioni di salute non necessitavano di
ricovero».
La soluzione adottata dall’azienda consente di evitare lo spostamento di pazienti all’interno dei
reparti, ad esempio la Radiologia, con tutto ciò che ne conseguiva in termini di sanificazione dei
locali e impiego di personale in reparti contemporaneamente operativi per tutti gli altri pazienti. «Stiamo sfruttando una singolarità straordinaria che è quella di avere nello stesso plesso (Palazzina
B) il reparto di Malattie Infettive e quello PET-Medicina Nucleare».
Negli ospedali di Gela e Caltanissetta a partire da questa settimana saranno attivi i laboratori per
l’analisi dei tamponi. Questo consentirà di abbattere i tempi per la diagnosi, essendo autonomi da Palermo, e conseguentemente i
ricoveri dei casi sospetti che per precauzione vengono trattenuti in ospedale.