LA PROTESTA SOCIALE SI TRASFORMA IN VIOLENZA. NEL CAPOLUOGO NISSENO SI SONO VISSUTI MOMENTI DI SCONTRO URBANO PER UN PEZZO DI PANE. UN ASSESSORE COMUNALE, UN VIGILE URBANO E UN SINDACALISTA FINITI ALL’OSPEDALE. ESEMPIO BORDERLINE DI UNA SICILIA CHE AFFONDA
Finisce in rissa, a Caltanissetta, la vertenza di una cinquantina di disoccupati esclusi dal Reddito minimo di inserimento. Questi ultimi, inferociti, se la sono presa con l’assessore comunale alla Solidarietà, Giuseppe Firrone, con il vigile urbano, Salvatore Bruno, e con il sindacalista della Cgil, Manuel Bonaffini, finiti sotto le cure mediche.
È grande l’amarezza del primo cittadino del capoluogo nisseno, Mimmo Campisi, per l’accaduto che rischia di gettare fango sul processo di legalità portato avanti dall’amministrazione comunale in un territorio difficile e pieno d’insidie. Ed è davvero strano, va aggiunto ad onor del vero, che non vi sia stata quella solidarietà che in casi come questo si è abituati a registrare da più parti.
Perché la deputazione regionale e nazionale di tutti i partiti che esprime il territorio nisseno è rimasta in silenzio tombale? Quali paure? Cosa coverebbe sotto il gesto violento che ha colpito i rappresentanti delle istituzioni?
Eppure da Caltanissetta sono partiti, mesi addietro, messaggi di legalità da diversi ambienti. Nella terra del presidente della Regione, Rosario Crocetta, paladino dell’antimafia e della legalità, come può accadere che non si esprima vicinanza a chi ha subito violenza per far rispettare le leggi e garantito la legalità?
Caltanissetta è anche la città di Antonello Montante, presidente regionale di Confindustria, altro paladino della legalità: com’è possibile che non una sola parola di solidarietà sia stata espressa dal leader degli industriali siciliani per l’accaduto?
Un silenzio strano e pregiudizievole per la credibilità delle istituzioni che esprime il territorio e che non risparmia neanche le parti sindacali. Ciò che si legge in queste ore è la mancanza di solidarietà per chi ha subito violenza e molta attenzione per chi, invece, ha usato la violenza. Che vi siano speculazioni politiche sul binario delle imminenti elezioni amministrative?
Intrecciare interessi elettorali sul reale bisogno dei lavoratori, e più in generale dei cittadini, è atto che va scongiurato senza se e senza ma. La vicenda è complessa e abbisogna di una soluzione rapida che può arrivare solamente dalla Regione siciliana. È giunto il momento che il Governo regionale si assuma la responsabilità di uno stato di emergenza sociale diffuso e non più arginabile con continue proroghe che non risolvono affatto il problema.
Ricordiamo che questi lavoratori provengono da un bacino regionale di ex detenuti e soggetti in stato di indigenza, povertà e con famiglie numerose, assegnati ai Comuni ai quali sono state trasferite le necessarie risorse, ridottesi nel tempo.
L’eco dell’impugnativa del Commissario dello Stato per la Regione siciliana della sgangherata legge di stabilità varata dall’Assemblea regionale siciliana e voluta dal governatore Crocetta è arrivato anche a Caltanissetta. Fra gli articoli cassati dal’Ufficio del Commissario dello Stato ci sono anche quelli che riguardavano i sostegni ai precari ex Rmi (Reddito minimo d’inserimento) che consentirebbero la riapertura dei cantieri di servizio a Caltanissetta come in tanti altri Comuni della Sicilia.
Le ricadute sul territorio non hanno tardato a farsi attendere. A Caltanissetta, addirittura, la reazione è stata violenta da parte dei lavoratori per due ordini di questioni. Intanto per l’incertezza dei tempi sul rinnovo del contratto di servizio scaduto il 31 dicembre 2013 e poi per la perdita del requisito previsto per legge da parte di una cinquantina di lavoratori.
Per la verità l’amministrazione comunale è venuta incontro al bisogno di queste famiglie anticipando un contributo di duecento euro per affrontare l’immediato.
Ciò che ha fatto andare in escandescenza il clima di tensione che si respirava da giorni, la notizia che solamente in cinquantasei, tra i lavoratori, avrebbero potuto percepire la somma. Per i rimanenti cinquanta la notizia del diniego del contributo di duecento euro è stata la risultante di verifiche sulla presenza dei requisiti.
Nei giorni scorsi, infatti, il Comune di Caltanissetta aveva proceduto a verificare il reddito di alcuni lavoratori del Reddito minimo di inserimento (Rmi). Verifiche svolte con la collaborazione dell’Agenzia delle Entrate, l’Inps e altri enti dello Stato, che hanno evidenziato delle incongruenze sull’effettivo stato di bisogno. Per cinquanta soggetti, utilizzati nei cantieri di lavoro, sarebbe emerso un quadro reddituale incompatibile con l’accesso al reddito minimo d’inserimento.
La circostanza che oltre all’allungamento dei tempi per l’eventuale rinnovo del contratto del contratto di servizi sarebbe giunta la sospensione dal servizio con il diniego alla percezione dell’acconto si è rivelata una miscela esplosiva, scatenando l’ira dei presenti che occupavano da giorni i locali comunali.
Una bella grana per l’assessore ai Servizi sociali, Giuseppe Firrone che si è trovato a dovere gestire una situazione esplosiva. Non è mancato comunque l’impegno dell’amministrazione comunale che per calmare gli animi ormai esasperati, qualche giorno addietro, aveva deciso di adottare la cosiddetta “misura di sostegno” con l’erogazione, con fondo comunali, di un contributo di duecento euro.
Beneficio dal quale sono rimasti esclusi, però, cinquanta lavoratori privi di requisito per i quali è scattata la sospensione. Non avevano le carte in regola, quindi, e sono stati proprio loro, mentre i colleghi incassavano il contributo, a scatenare la bagarre.
La Sala Gialla di Palazzo Del Carmine è stata teatro, raccontano le cronache, di una furibonda rissa che ha coinvolto parte dei cinquanta lavoratori ex-Rmi. A farne le spese, dicevano, l’assessore Firrone e sei vigili urbani. Alcuni dei presenti si sono avventati contro l’assessore Firrone che è stato immediatamente circondato e protetto dai vigili urbani. La cronaca di una giornata di follia racconta di cazzotti e calci sferrati contro tutti e tutto. Alcuni lavoratori hanno inveito contro l’istituzione danneggiando tavoli, vasi e oggetti vari. Schegge di vetro di finestre in frantumi a completare il gesto estremo di un gruppo di lavoratori inferociti. In corso le indagini delle forze dell’ordine per far luce sui fatti e individuare le responsabilità ed intanto Firrone ha presentato denuncia alla Digos.
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