L'intesa tra sindacati e azienda bresciana scongiura l'ipotesi licenziamenti per 90 dipendenti. La misura prevede modifiche per compensi, turnazioni e ore di lavoro. Ai lavoratori verrà garantito l'accesso al cosiddetto bonus Renzi. «Risposte positive a difficile situazione produttiva ed economica», commentano Cisl e Cgil
Call center Qè, firmati contratti solidarietà Sindacati: «Garantito un salario dignitoso»
Accordo trovato per i contratti di solidarietà al call center Qè di Paternò. L’intesa con l’azienda bresciana è arrivata ieri al termine di una lunga riunione negli uffici del lavoro di via Coviello a Catania. A essere interessati saranno 90 dipendenti, considerati in esubero su 275 dipendenti, che rappresentano circa un terzo dei lavoratori impiegati nella struttura. Uomini e donne che vedono così svanire lo spettro dei licenziamenti. La misura prevede un percentuale variabile dei compensi in base al tipo di attività svolta, con modifiche anche per quanto riguarda la turnazione, che passerà da cinque a quattro giorni con un minimo di ore di lavoro giornaliere che ove possibile non scenderà sotto le quattro.
Ai dipendenti verranno riconosciute anche le spettanze mensili per la maturazione del cosiddetto Rol, la riduzione orario lavoro, e ferie. Mantenuti anche i contratti in corso così come il piano di rilancio aziendale attraverso iniziative di formazione continua e il miglioramento della qualità del servizio. I sindacati comunicano che verrà garantito l’accesso al bonus Renzi. Il credito di 80 euro che viene riconosciuto in busta paga ai lavoratori dipendenti che non superano un determinato reddito.
Nel dettaglio dei 90 dipendenti a tempo indeterminato che erano a rischio licenziamento, 70 sono addetti alla commessa Inps, 14 si occupano di Sky, mentre i restanti sei operatori si occupano delle commesse relative a Enel e Wind. Si tratta di lavoratori a tempo indeterminato impiegati nel capannone di contrada Tre fontane. Tra questi, alcuni lavorano 24 ore settimanali con uno stipendio di circa 800 euro al mese. Altri, invece, lavorano 40 ore a settimana, con una busta paga che si aggira sui 1200 euro al mese. Ma risolto il loro problema, si cerca di trovare la giusta soluzione per risolvere la questione dei 122 lavoratori a progetto per i quali la scure dei licenziamenti è quasi certa. Dopo la chiusura della sede in contrada Monafria, circa 40 operatori hanno trovato collocazione nella sede di Tre fontane.
Piena soddisfazione da parte dei segretari di Slc-Cgil e Fistel Cisl. «Vengono salvaguardati i redditi mantenendo un salario dignitoso per tutti – spiegano Davide Foti e Antonio D’Amico -. L’accordo ottiene il riconoscimento per le professionalità acquisite oltre a rispondere positivamente a una difficile situazione produttiva ed economica che oggi interessa tutto il settore delle telecomunicazioni». Dichiarazioni che fanno eco a quelle del sindacalista Cgil Gianluca Patanè: «In queste settimane abbiamo lavorato per evitare i licenziamenti per tanti operatori – sostiene – Un lavoro che ha consentito di sottoscrivere un’intesa tra le organizzazioni sindacali e i vertici dell’azienda, applicando sin da subito i contratti di solidarietà».