Il calendario dell’Ars prima delle ferie estive: i lavori a rilento, l’attesa per il rimpasto e lo sprint per gli ultimi fondi disponibili

La prima due-giorni dell’Assemblea regionale siciliana dopo le elezioni europee si è svolta in un clima che rende perfettamente il quadro di quella che è la situazione in attesa del rimpasto di giunta. Martedì si aspettava l’informativa dell’assessore Edy Tamajo (Forza Italia) sulle questioni poste dai deputati in merito alla sua delega, quella alle Attività produttive. Quesiti che, tra l’altro, erano in attesa di risposta, in alcuni casi anche da mesi. Giunta in Aula la notizia che Tamajo non ci sarebbe stato per impegni istituzionali concomitanti, dopo un po’ di mugugni da parte dell’opposizione è stato necessario convocare una riunione dei capigruppo per capire come proseguire fino a un orario consono: insomma, qualcosa si doveva pur fare; poca roba, in verità.

L’incontro con Tamajo è arrivato il giorno dopo, senza particolari entusiasmi, strappi o colpi di scena. L’assessore ha risposto punto su punto e pochissime sono state pure le repliche da parte dei deputati; tanto che persino Ismaele La Vardera (Sud chiama Nord) – da inizio legislatura uno dei più accorati oppositori d’Aula – si è ritenuto soddisfatto della risposta dell’assessore forzista. Come sempre, l’attesa per il rimpasto di giunta rallenta i lavori dell’Assemblea e lo farà almeno per un’altra settimana, visto che entro il 25 luglio il tribunale si dovrà pronunciare sulla richiesta di revoca dell’interdizione dai pubblici uffici di Luca Sammartino, indicando al presidente della Regione se potrà tornare a contare sul suo ex assessore all’Agricoltura o meno.

Palazzo di Normanni, comunque, si animerà prima – attorno al 18 del mese – perché sui banchi dovrebbe finire presto la mini – si fa per dire – variazione di bilancio da cento milioni di euro, transitata dalla commissione Bilancio. Sono rimasugli di fondi per cui Dario Daidone (Fratelli d’Italia), presidente di quella commissione, ha preparato un testo piuttosto basico, che mette insieme per lo più proposte rimaste fuori dall’ultima Finanziaria e che si presta dunque alla discrezione dei deputati, che si potranno sbizzarrire a suon di emendamenti per accaparrarsi gli ultimi fondi da assegnare. Una manovrina che fa già discutere – con l’opposizione che mette le mani avanti, denunciando il rischio mancette – e che non sposterà certo gli equilibri, malgrado le speranze di Schifani, che vorrebbe mani libere sul rimpasto, che più passa il tempo e più invece sembra assumere i tratti di un semplice ritocco.

Una manovrina che sarà l’ultimo atto, a livello formale, di Marco Falcone (Forza Italia) come assessore all’Economia. Un addio direzione Bruxelles che lascia un vuoto difficile da colmare, non tanto a livello personale – visti i rapporti sempre altalenanti tra il neo eurodeputato e Renato Schifani – ma per la difficoltà ancora sensibile di trovare un nome in grado di prendere in mano l’assessorato e di mettere d’accordo tanto il presidente della Regione quanto i partiti della maggioranza. Falcone avrebbe proposto l’ex eurodeputato Giovanni La Via, o quanto meno qualcuno della frangia orientale di Forza Italia a lui vicina, ma tutto fa pensare che alla fine la scelta ricadrà su Totò Sammartano, già ragioniere generale della Regione, nonché capo di gabinetto dello stesso Renato Schifani.


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