Razzismo a tutti livelli? sembra di sì. Nei confronti del sud, nei confronti della sicilia, nei confronti delle squadre che schierano giocatori con la pelle scura, nei confronti di chi amministra squadre siciliane. Sempre e comunque. Il calcio italiano scende sempre più in basso, non solo per i risultati, ma per i comportamenti inqualificabili di dirigenti e amministratori e per le dubbie decisioni perfino della giustizia sportiva, sempre pronta a infliggere pene pesanti a dirigenti e giocatori di squadre meridionali, soprattutto se siciliane, e palesemente indulgente nei confronti delle squadre settentrionali. Si era già arrivato allassurdo con la punizione di una squadra che, anche se piemontese (il casale), aveva osato difendere un giocatore di colore in una partita delle giovanili (contro i soliti del pro patria, squadra che, per alcuni, dovrebbe cambiare il proprio nome in pro razza). Lo abbiamo raccontato in un nostro articolo. La storia ha fatto il giro del web, e poi è stata dimenticata. Anzi, il casale è stato punito con la sconfitta a tavolino e altre sanzioni.
Calcio, la giustizia sportiva è razzista?
Razzismo a tutti livelli? Sembra di sì. Nei confronti del Sud, nei confronti della Sicilia, nei confronti delle squadre che schierano giocatori con la pelle scura, nei confronti di chi amministra squadre siciliane. Sempre e comunque. Il calcio italiano scende sempre più in basso, non solo per i risultati, ma per i comportamenti inqualificabili di dirigenti e amministratori e per le dubbie decisioni perfino della giustizia sportiva, sempre pronta a infliggere pene pesanti a dirigenti e giocatori di squadre meridionali, soprattutto se siciliane, e palesemente indulgente nei confronti delle squadre settentrionali. Si era già arrivato allassurdo con la punizione di una squadra che, anche se piemontese (il Casale), aveva osato difendere un giocatore di colore in una partita delle giovanili (contro i soliti del Pro Patria, squadra che, per alcuni, dovrebbe cambiare il proprio nome in Pro Razza). Lo abbiamo raccontato in un nostro articolo. La storia ha fatto il giro del web, e poi è stata dimenticata. Anzi, il Casale è stato punito con la sconfitta a tavolino e altre sanzioni.
Adesso si è arrivati al paradosso. Il presidente del Palermo, Zamparini (con il quale il nostro giornale non è mai stato tenero) è stato deferito lo scorso 24 Marzo per aver cercato di sottolineare come un arbitraggio di Peruzzo abbia penalizzato la squadra siciliana nella partita contro il Milan. Per quanto larbitraggio è effettivamente molto dubbio, e non è la prima volta che Peruzzo prenda decisioni dubbie sul campo che finiscono per danneggiare il Palermo, la decisione di deferire Zamparini è giusta. Perché non va bene, comunque, soffiare sul fuoco delle polemiche. Ma se giustizia è, allora dovrebbe essere giustizia per tutti.
Invece non è così.
Ben più gravi sono state le recenti dichiarazioni del presidente dellInter Moratti. Il quale è arrivato a mettere pubblicamente in dubbio la buona fede degli arbitri. Anzi, è arrivato ad essere certo della loro malafede. Lo ha fatto con dichiarazioni riportate in tutti i giornali e mai smentite, senza nemmeno le scuse di rito. (E visibili nel video di calciomercato.com del quale pubblichiamo la link alla fine di questo articolo).
Chiaro, lapalissiano, ovvio: andrebbe punito insieme al suo club, con sanzioni ben più pesanti di quelle comminate a Zamparini e al Palermo.
E invece? Cosa succede? Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Abete, si è già premurato di fare dei distinguo. Sembra ci sia un perdono in arrivo, anziché una punizione esemplare, come dovrebbe essere, non solo per la maggiore gravità delle dichiarazioni, ma anche per la posizione di chi le ha espresse, e cioè il presidente di una squadra conosciuta in tutto il mondo e con ricadute sullimmagine dellintero Paese.
Non va meglio per quanto riguarda i tesserati che giocano in campo. Fabrizio Miccoli, campione indiscusso e capitano del Palermo, è stato recentemente espulso mentre nemmeno giocava, per aver detto qualcosa allarbitro dalla panchina. Miccoli aveva ragione da vendere, perché lerrore di arbitro e guardialinee quella volta (si trattava di Cagliari-Palermo, e i video della partita parlano chiaro) fu più che evidente, quasi metafisico. Andava per lo meno consigliata una urgente visita oculistica a tutta la terna arbitrale sul campo e allarbitro di porta. Ebbene, Miccoli non solo fu espulso, ma fu anche squalificato per ben due giornate, nonostante i video chiarissero che avesse ragione. Due giornate di squalifica pesanti, perché erano due scontri diretti per la salvezza che il Palermo infatti non ha vinto.
Di contro, al giocatore dellInter Schelotto, la scorsa domenica autore di una vergognosa caccia alluomo in campo alla fine della partita persa dallInter con lAtalanta per 3 4, è stata inflitta proprio ieri solo una giornata di squalifica! Se si fosse applicato lo stesso metro utilizzato per il capitano del Palermo, la squalifica sarebbe dovuta essere di un bel numero di giornate. Invece, solo una. E andata bene anche per i giocatori dellAtalanta, anche loro affaccendati a darsele in campo a fine partita con i loro degni avversari. Solo tre giornate di squalifica a uno, una sola giornata allaltro Tutti praticamente perdonati, anche se in misura minore, e non si capisce perché, rispetto ai tesserati dellInter.
La differenza di metro di giudizio è impressionante. Miccoli può anche aver detto di tutto, forse offeso la famiglia dellarbitro fino alla decima generazione a scendere e a salire con i peggiori e più vergognosi epiteti a tutte le categorie maschili e femminili del povero non-vedente che si trovava ad arbitrare in quel momento, non lo sappiamo. Ma qualsiasi insulto è niente rispetto a mettersi a correre per decine di metri in mezzo al campo per picchiare coscientemente i giocatori avversari. Il rapporto di gravità è di 10 a 1 ed è sotto gli occhi di tutti. E anche 10 giornate di squalifica a Schelotto non sarebbero bastate per pareggiare il conto nei confronti della durezza utilizzata per Miccoli.
E già, Miccoli gioca in una squadra siciliana, mentre Schelotto in una squadra padana .
Non va meglio a Balotelli, evidentemente reo dessere di colore e per giunta nato a Palermo. Tre giornate di squalifica inflitte ieri al campione della Nazionale per “un’espressione ingiuriosa” rivolta ad un arbitro addizionale, a fronte di una sola giornata per il bianco Schelotto che, come si vede in molti video (link alla fine dellarticolo), si è dato da fare più di tutti nella vergognosa rissa di San Siro.
A conti fatti, la giustizia sportiva italiana andrebbe commissariata dal Ministero delle pari Opportunità. E possibilmente monitorata dal governo della Regione Siciliana perché simpediscano ulteriori giudizi del genere che ledono la dignità di noi siciliani, delle nostre istituzioni e delle nostre attività, associazioni e società sportive. In tutto questo la Uefa che dice? Beh, per loro basta che si mettano striscioni in campo, con lipocrita scritta espelli il razzismo dagli stadi e tutto va bene.
Nel video youtube del canale calciomercato.com le imprese di Schelotto nel dopopartita di Inter- Atalanta 3 4. punite con una sola giornata di squalifica: http://www.youtube.com/watch?v=aLgL4jBGwl4 e le inqualificabili dichiarazioni di Moratti: http://www.youtube.com/watch?v=xOvnOdigS00.,dove dichiara non credo alla buonafede (degli arbitri).
Nelle foto: una famosa foto di Balotelli (tratta da www.sportemotori.it), MIccoli (tratta da www.radioradio.it) , Schelotto durante la rissa di domenica scorsa (tratta da www.yahoo.com)