Lo sport come veicolo di un messaggio generale contro la violenza e strumento per ritrovare quel senso di comunità che, talvolta, emerge prepotente nei momenti più difficili. La “Partita dell’amicizia”, il triangolare di calcio voluto e organizzato da Luca Napoli, presidente delle All Stars Sicilia, ha richiamato in causa questi valori, per manifestare vicinanza alla famiglia della piccola Elena Dal Pozzo, la bimba di soli 5 anni brutalmente uccisa dalla madre con undici coltellate il 13 giugno scorso a Mascalucia.
E’ stato il centro sportivo “Leo Soccer” di via Giovanni Battista De La Salle, a Catania, ad ospitare ieri l’iniziativa, alla quale hanno preso parte, oltre alle stelle siciliane, anche una delegazione sportiva dei Carabinieri del Comando provinciale etneo e l’Associazione sportiva Magistrati di Catania che si sono sfidate in campo in un clima familiare e natalizio, con il ricordo di Elena sempre vivo.
«L’abbiamo chiamata “Partita dell’amicizia” perché ci siamo ritrovati con gli amici del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania ed i Magistrati a ricordare la piccola Elena», spiega Luca Napoli, che aggiunge: «Éstata una giornata dall’alto profilo emotivo. Non c’è una raccolta fondi, ma un ricordo infinito per questa piccola di soli 5 anni che ha perso la vita. Ci stringiamo alla famiglia e cerchiamo di dare quanto più amore possibile».
Un appuntamento che torna a porre l’accento sulla tutela dei minori, nella speranza che queste terribili tragedie non abbiano a ripetersi. Presenti alla giornata, ad ingresso gratuito, le maestre della scuola d’infanzia della bimba ed i familiari della piccola Elena, accompagnati dal Sindaco di Mascalucia, Vincenzo Magra. Il nonno paterno, Giovanni Dal Pozzo, non riesce a trattenere la commozione: «Il dolore ci accompagna sempre, perché c’è la consapevolezza dell’accaduto. Dell’assenza di questo angelo che ci è stato strappato prematuramente. Speriamo che da lassù ci stia guardando col suo sorriso meraviglioso e possa gioire di tutto l’amore che abbiamo per lei. Ringraziamo chi ha avuto l’idea di organizzare questa giornata, anche se per noi è rinnovare un dolore che non ci lascia un minuto tranquilli. Sono felice che ad Elena pensino anche le altre persone. Questa storia ha toccato tutto il mondo. Ci hanno chiamato dall’estero. Dobbiamo solo accettare la situazione e andare avanti, anche se non sappiamo come».
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