E passi che pierluigi bersani si sia piegato allo sfregio dell'articolo 18: è il segretario di una partito 'finto', il pd, che ha rinunciato da tempo ai valori della sinistra e, che alla regione siciliana, resta alleato di un governatore indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. E passi che abbia detto sì anche angelino alfano. E' il segretario di un partito, il pdl, dove comanda silvio berlusconi, un imprenditore che di certo non può avere a cuore le sorti dei lavoratori.
Caffè amaro/Articolo 18, Udc: “Nel nome del suocero, del genero e dell’affare santo”
E passi che Pierluigi Bersani si sia piegato allo sfregio dell’articolo 18: è il segretario di una partito ‘finto’, il Pd, che ha rinunciato da tempo ai valori della sinistra e, che alla Regione siciliana, resta alleato di un governatore indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. E passi che abbia detto sì anche Angelino Alfano. E’ il segretario di un partito, il Pdl, dove comanda Silvio Berlusconi, un imprenditore che di certo non può avere a cuore le sorti dei lavoratori.
Ma è nell’Udc che l’ipocrisia diventa stridente. Questo partito, guidato da Pierferdinando Casini, genero del costruttore Caltagirone, tra i protagonisti dei salotti dei poteri forti italiani, infatti, ha dato un calcio a quei valori del cattolicesimo sociale che dovrebbero essere alla base di ogni formazione politica che dice di ispirarsi ai valori cristiani. E, invece, Casini, in barba alla tradizione del suo partito, che proprio grazie all’affermazione di alcuni principi è stato punto di riferimento dell’Italia cattolica, dimostra di avere ormai altri interessi. Per cominciare è uno dei maggiori sponsor del governo Monti, quello che risponde alle banche e alla finanza europea: un governo che il popolo italiano non ha scelto, ma sta solo subendo, in barba alla democrazia. E con una faccia che definirla tosta è un eufemismo, il leader dell’Udc difende a spada tratta ogni provvedimento di questo governo. Compreso il linciaggio dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Insomma, i nipotini di Don Luigi Sturzo (che, poveretto, si starà rivoltando nella tomba) si sono dati al business e alla carriera. Che squallore! E poco importa che certe scelte siano uno schiaffo ai principi cristiani: a volte servono, altre volte no. Casini e la sua Udc, che alla fine gli somiglia tanto, si sanno comportando come i mercanti nel Tempio: Gesù – è noto – un bel giorno, i mercanti, li cacciò a calci nel sedere. Noi, invece, ce li teniamo al governo del nostro scalcagnato e sempre più disgraziato Paese. E bravo all’onorevole Casini, continui pure e spacciarsi per ‘cristiano’ e per ‘cattolico’ e, magari, per discendente di Sturzo. Anche se forse sta un po’ confondendo le Casse rurali di Don Luigi con le banche di Monti.
Business, affari, mercanti (fuori e dentro il Tempio): in effetti, a pensarci bene, la ‘svolta’ affaristica dell’Udc la Sicilia l’aveva già antcipata. Non a caso, proprio nella nostra Isola, qualcuno di loro lo troviamo lì dove ci sono gli affari più chiacchierati. Un esempio? Il rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi? Sponsorizzato dal sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto, Udc. Che è impiegato dell’Enel (la società che vuole realizzare il mostro d’acciaio nell’area archeologica). Ma è più probabile che questa vicinanza all’Enel sia ben più consolidata nei salotti dei poteri forti italiani.
Che dire? I tempi cambiano. Ormai il segno della croce, tra i casiniani, probabilmente non è più quello trazionale: “Nel nome del Padre, del figlio e dello Spirito santo” è probabile sia cambiato. Lo avrano modificato in: “Nel nome del suocero, del genero e dell’affare santo”. E così sia.
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