Dopo che i giudici hanno accolto la richiesta di sospensione del calendario venatorio, Wwf, Legambiente e Lipu chiedono a Edy Bandiera di modificare a fondo la regolamentazione delle attività. «Non si possono sottovalutare i rilievi dell'Istituto»
Caccia, ambientalisti attendono Regione dopo il Tar «Assessore prenda realmente atto del parere Ispra»
«Pensavano di potere disattendere le indicazioni dell’Ispra senza contrapporre dati altrettanto fondati, un’assurdità ma non in Sicilia». All’indomani del provvedimento con cui il Tar di Palermo ha sospeso il calendario venatorio, accogliendo la richiesta di misura cautelare presentata dalle associazioni ambientaliste, a parlare è Ennio Bonfanti, referente del Wwf per la Sicilia. «Da subito abbiamo notato le criticità nel provvedimento della Regione e se ci fosse stata data possibilità avremmo agito con maggiore tempestività, ma così non è stato perché cambiano i governi ma l’orientamento sulla caccia resta sempre lo stesso», attacca Bonfanti.
Nel mirino c’è l’azione dell’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera, e le tempistiche con cui il dipartimento regionale ha reso note le date riguardanti la nuova stagione. Un calendario che, ancora una volta, ha previsto un‘apertura anticipata delle attività, stabilendo nell’1 settembre il giorno a partire dal quale è possibile sparare, posticipandone anche la chiusura a febbraio. Il tutto in disaccordo con quanto suggerito dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. «La furbata è stata quella di comunicare il calendario a ridosso di ferragosto, quando il Tar sospende le attività – commenta Bonfanti -. Così facendo si sono create le condizioni per garantire ai cacciatori di anticipare la stagione senza temere alcuna sospensione, mentre la legge prevede che le date andrebbero stabilite e comunicate già a giugno». L’anticipazione dell’apertura non è una novità nella storia recente della Sicilia, ma quest’anno, a detta degli ambientalisti, la Regione si sarebbe spinta oltre. «Fino all’anno scorso la pre-apertura veniva gestita indicando una serie di giorni in cui si poteva cacciare – spiega Bonfanti -. Stavolta invece hanno affidato tutto alla capacità di autoregolamentarsi dei singoli cacciatori che si sarebbero dovuti segnare i giorni sfruttati».
Leggendo il dispositivo del Ter, si sottolinea come «il ruolo dell’Ispra ha particolare valore per garantire l’osservanza di livelli
minimi e uniformi di protezione ambientale, con la conseguenza che una scelta dell’Amministrazione che si ponga in sostanziale contrasto con il parere di detto Istituto deve essere sorretta da serie ragioni giustificative esposte con una congrua ed adeguata motivazione». Azione che la Regione non avrebbe fatto a sostegno della propria posizione e che adesso impegna la giunta a ottemperare alle disposizioni dei giudici, in attesa della trattazione nel merito del ricorso fissata per il 22 novembre. «Stiamo preparando il decreto che verrà sottoposto all’assessore Bandiera», fanno sapere dagli uffici regionali. Il provvedimento, trapela, potrebbe essere firmato già in giornata. Mentre su eventuali modifiche al calendario al momento non si hanno notizie. «Si tratta di scelte politiche», chiosano i funzionari.
«Noi restiamo curiosi di sapere che farà adesso la giunta Musumeci – conclude Bonfanti -. Non ci stupiremmo se il calendario dovesse essere rivisto in maniera superficiale, senza accogliere pienamente le osservazioni dell’Ispra sullo stato della fauna nel nostro territorio».