Dopo il pluripremiato Non è un paese per vecchi i fratelli terribili del cinema americano tornano con una commedia zeppa di divi e trovate surreali. Una spy-story tutta da ridere
Burn after reading, i Coen non deludono
Un agente della Cia con qualche problema ad arrivare sobrio alle sei di sera, una moglie acida e terribilmente snob con eccentrico amante dell’Fbi, che non ha mai «scaricato la pistola», ama la corsa e il bricolage “particolare”, una quarantenne che ha come unico scopo un intervento multiplo di chirurgia estetica e l’amico così idiota e infantile da non risultare adorabile.
Questi sono i personaggi di “Burn after reading”, nuovo film di Ethan e Joel Coen, i due fratelli terribili che negli ultimi anni hanno conquistato sempre più gli amanti della settima arte.
Dopo “Il grande Lebowski” il duo si è accaparrato consensi e da lì è partita la scalata attraverso film come “Fratello, dove sei?” (versione riveduta e corretta dell’Odissea), “Prima ti sposo poi ti rovino” (incursione geniale nel genere delle commedie brillanti, con un tocco agrodolce marchio di fabbrica dei fratelli) per finire con l’acclamatissimo “Non è un paese per vecchi” che ha fatto incetta di Oscar, film e regia su tutti.
Con “Burn after reading” – titolo che a quanto pare ha creato qualche problema di pronuncia agli spettatori locali – i registi si sono guadagnati l’apertura della Mostra del cinema di Venezia e un sicuro successo di botteghino: il film infatti accontenta tutti, dai fan più accaniti agli spettatori più critici.
La storia prende il via con il licenziamento di Ozzie Cox (un fantastico John Malkovich), analista della Cia che viene degradato e in seguito cacciato a causa della sua predilezione per i superalcolici. La notizia viene presa molto male dalla moglie Katie – interpretata dall’algida Tilda Swinton – medico dell’upper class di Washington che passa le giornate dividendosi tra il lavoro e il fantasioso amante, l’agente federale Pfarrer alias George Clooney. Sentendosi in obbligo di mettere al sicuro i propri interessi – finanziari – la donna copia i file del marito su un cd che però viene smarrito.
Il disco, con la sua custodia verde divenuta oramai celebre, viene ritrovato nella palestra dove lavorano Linda (Frances McDormand, moglie di Joel Cohen) ossessionata dalla possibilità di risolvere con un intervento di chirurgia estetica tutti i difetti derivati dall’età e Chad-Brad Pitt, giovane dedito alla trinità fitness, gatorade e i-pod.
Tra appuntamenti online, ricatti non proprio ortodossi, tradimenti incrociati e l’intervento perfino della Russia (sembra quasi di sentire la M di “Casino Royale” esclamare «Dio come mi manca la guerra fredda!») il cast si muove in maniera fluida, incastrandosi alla perfezione nell’ingranaggio messo a punto dai Coen.
Clooney, al suo terzo film con i due registi, è perfetto nel ruolo di idiota mascherato da agente federale con il terrore di morire a causa di una delle innumerevoli intolleranze alimentari che lo affliggono. Brad Pitt non ha nulla da invidiare a un moccioso viziato, con tanto di gomma da masticare e casco da bici sempre con sé. Frances McDormand è ostinata dall’inizio alla fine nel suo progetto di “reinventare se stessa”. I tre incarnano molti dei difetti dell’occidente moderno, dedito al sesso e alla ricerca dei canoni perfetti di salute/bellezza.
La fine del film – che ovviamente non sveliamo – vede protagonisti due dirigenti della Cia che sembrano interpretare in maniera terribilmente perfetta gli stessi Coen. In una serie di dialoghi surreali sono loro a fornire la chiave di lettura dell’intero film. Ovviamente da bruciare, dopo aver letto.