Nel marasma politico e parlamentare andato in scena ieri a sala d'ercole si registra una nota positiva: il ritrovamrnto della parola da parte dei parlamentari regionali di grande sud.
Bufardeci: “Fine dell’asse Pd-Udc”
Nel marasma politico e parlamentare andato in scena ieri a Sala d’Ercole si registra una nota positiva: il ritrovamrnto della parola da parte dei parlamentari regionali di Grande Sud.
E’ un evento che va salutato con piacere, se è vero che i vari Titti Bufardeci, Michele Cimino e compagnia bella avevano perso la favella allorquando il presidente della regione, per fare spazio ai crescenti appetiti del Pd siciliano, li ha messi alla porta, gettandolo fuori dal Governo.
Da allora i deputati di Sala d’Ercole di Grande Sud non parlavano più. Ieri, invece, incredibilmente, Bufarceci, Cimino e compagni hanno ricominciato ad articolare qualche vocale e qualche consonante.
“Oggi (Ieri per chi legge ndr) – si legge nel comunicato di Bufardeci, Cimino e compagni – insieme al Pdl e al Pid, Grande Sud ha presentato una mozione di sfiducia al Presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, asettica, cioè basata esclusivamente sulla mancanza della maggioranza parlamentare, sottoscritta anche dalla capogruppo dell’Udc all’Ars Giulia Adamo”.
“Questo documento – spiega Bufardeci – non è stato controfirmato dagli altri capigruppo presenti alla riunione, che hanno preferito mantenere la loro posizione, ovvero trattare la mozione di sfiducia solamente dopo le comunicazioni di Lombardo in Aula. Il presidente Cascio, forte della scelta della maggioranza dei partecipanti, ha fissato la data del 31 luglio per le comunicazioni del presidente della Regione, restando inteso che, qualora, incredibilmente, quel giorno non venissero formalizzate le dimissioni del governatore, nel corso della stessa settimana si discuterebbero le mozioni di sfiducia in Aula”.
“Non vorremmo, pertanto – conclude Bufardeci – che certe precisazioni fossero figlie del vero dato politico che è emerso nel corso della conferenza dei capogruppo: la rottura dell’asse Udc-Pd”.