Il nuovo assessore chiede di attendere i risultati prima di valutare il quarto esecutivo. «Recuperemo quanto non fatto, in giunta ci sono segretari di partito ed ex capigruppo: in questo modo è possibile tenere un forte rapporto con l’aula». Le sue idee su università, ponte sullo Stretto e sulla sfida coi grillini
Bruno Marziano, un bersaniano alla Formazione «Alle elezioni con questa coalizione, Pd-Udc-Ncd»
Nel 2012 la rivoluzione, nel 2015 il quarto rimpasto di governo. Da una parte accuse e veleni, dall’altra prende forma la coalizione che secondo Bruno Marziano, neo-assessore alla Formazione siciliana, «si dovrà ripresentare alle elezioni». Tra i detrattori c’è chi, come Saverio Romano di Ala, parla di un Crocetta «incapace, dannoso e indecente», e chi stigmatizza l’immagine del nuovo esecutivo in quella di un «governicchio».
Marziano, già presidente della provincia di Siracusa e bersaniano, invece offre un’analisi incoraggiante e sottolinea dati di evidenza politica: «È il primo dei governi Crocetta che ha al suo interno una nutrita rappresentanza parlamentare. Ci sono segretari di partito ed ex capigruppo: in questo modo è possibile tenere un forte rapporto con l’aula». Si chiede, dunque, ai siciliani uno sforzo santommasiano. «Prima di giudicarlo – prosegue Marziano – aspettiamo i primi atti concreti. Senza voler criticare le scelte del passato, sono convinto che questo sarà il governo che recupererà alcuni ritardi nelle azioni operative degli esecutivi precedenti e che metterà in atto la validità di una coalizione basata sull’asse Pd-Udc, alla quale si aggrega un Ncd che, a sua volta, si sta avvicinando al centro».
Azzeramento della giunta ed immediato rimpasto. «Il problema è stata una tensione dentro al Pd dovuta all’iniziale assenza della componente Dem, l’aerea legata al ministro Franceschini». Ma non si poteva evitare, definendo la questione prima? «Si poteva assolutamente evitare: il rischio che abbiamo corso è stato mortificare una bella operazione politica, condotta con grande maestria dal segretario Raciti, per una banale competizione tra correnti interne. Io sono un uomo che nel Pd ha la sua appartenenza e la sua storia, ma mai mi sognerei di paralizzare l’attività di governo e di partito per un problema di carattere personale».
Scontri intestini e mal di pancia a parte, non si è fatta una bella figura. «L’immagine è sicuramente uscita danneggiata e appannata, questa ce la potevamo evitare». Una delega delicata, quella di Bruno Marziano, al quale va l’augurio facebookiano dell’ex assessore, nonché vicepresidente, Mariella Lo Bello. «La Formazione – ammette l’onorevole siracusano – è un campo spinoso. La mia è un’agenda dove c’è la stessa passione di Cristo in termini di sofferenza per un mondo che io spero di rilanciare e rasserenare, e l’emozione di tornare a trattare questi temi dopo otto anni: è qualcosa che mi galvanizza e mi esalta». Università, un grande piano di edilizia scolastica che preveda manutenzione e messa in sicurezza degli istituti e l’impegno, al fianco del collega Miccichè, per restituire ai disabili il diritto al trasporto. «Il mio obiettivo è ridare serenità e certezza sul futuro a questo settore».
Giorni, cambiando argomento, in cui si torna a parlare, questa volta per bocca del premier Renzi, di ponte sullo stretto. I toni erano scherzosi? «No, erano seri. Ma io invece penso che la vera emergenza sia un piano di manutenzione straordinaria del patrimonio viario cosiddetto minore della Sicilia: strade statali, provinciali, reti di viabilità secondaria ormai al collasso. Questa è la vera priorità». A proposito di strade e trazzere, paura dei grillini? «Ognuno fa il suo mestiere. I grillini utilizzano ogni argomento e ogni arma per candidarsi al governo siciliano; noi che siamo il partito attualmente al governo in Italia, in Sicilia ed in gran parte degli enti locali, dobbiamo ritrovare la nostra mission: amministrare e ridare speranza e fiducia ai siciliani. Solo per questa ragione e in vista di questo obiettivo ho deciso di metterci la faccia».