Un consiglio comunale aperto per analizzare il piano sanitario della Regione Sicilia, e in particolare il futuro dell’ospedale Castiglione-Prestianni di Bronte, che nel nuovo programma dovrebbe diventare ospedale di zona disagiata. Una classificazione che non piace a nessuno e che secondo il decreto Balduzzi dovrebbe prevedere 20 posti letto e un pronto soccorso. Per la popolazione significherebbe perdere molti dei servizi attuali, con un ulteriore ridimensionamento che lascerebbe scoperta una vasta porzione di territorio, che si caratterizza per la presenza di numerose strade tortuose, a favore di nosocomi più vicini all’area metropolitana. Presenti i sindaci, presidenti dei consigli e consiglieri di Bronte, Randazzo, Maletto, Maniace, Cesarò, Roccella Valdemone, Moio Alcantara, San Teodoro e Santa Domenica Vittoria. Tutti uniti a difesa dell’unico ospedale ormai rimasto operativo in zona, dopo le chiusure già avvenute di Randazzo, Linguaglossa ed Adrano.
Una voce unanime supportata anche da varie associazioni dei consumatori, e dal Comitato a difesa dell’ospedale di Bronte. L’inizio dell’agonia risale ai tempi di Raffaele Lombardo presidente della Regione, che all’epoca, forse per per indebolire il regno di Pino Firrarello, iniziò a sottrarre alcuni servizi all’ospedale. Il fermo dei lavori, mai ripresi e con i soldi ancora bloccati a distanza di oltre otto anni, hanno dato ulteriori problemi. Poi l’avvento di Rosario Crocetta, che nelle sue visite a Bronte si è sempre dichiarato difensore del diritto alla salute, promettendo il potenziamento della struttura. Dichiarazioni che però non trovano conferma nell’operatore dei suoi assessori, che continuano a tagliare.
Ora il nuovo piano che l’assessore Baldo Gucciardi ha spiegato solo a parole, non essendoci tabelle e numeri, e con il ripescaggio dell’ospedale di Paternò, in un primo tempo escluso dalla rete e declassificato, che adesso torna in auge proprio in prossimità delle imminenti elezioni comunali. Poco meno di un mese fa il blocco della strada statale 284 ha isolato la zona di Bronte, rendendo impossibile l’eventuale trasferimento di pazienti dall’ospedale locale. «Se Crocetta e il suo governo non sono in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini e in primis di rispettare il diritto alla Salute si dimettano subito», si sfoga con l’amaro in bocca Salvatore Pinzone, presidente del consiglio comunale di Maniace, che appena qualche mese fa ha rischiato la vita, salvandosi soltanto grazie all’immediato e qualificato intervento dei medici del nosocomio brontese.
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