Alla sbarra ci sono 15 persone che avrebbero fatto parte di un'associazione a delinquere che si occupava di spacciare marijuana nel territorio pedemontano. Al vertice ci sarebbero stati Andrea Gullotti e Giuseppe Parisi. Entrambi rischiano 20 anni
Bronte, richieste condanne per 117 anni di carcere La droga arrivava da Librino e villaggio Sant’Agata
Quasi 117 anni di reclusione. Per la precisione: 116 anni e otto mesi. Sono queste le richieste di condanna formulate dalla procura di Catania nei confronti di undici persone (su un totale di 15 imputati) ritenute coinvolte in una rete di spaccio di marijuana nel territorio di Bronte e dintorni. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Al vertice del sistema, secondo gli inquirenti, c’è il brontese Andrea Gullotti (classe 1990), affiancato dal biancavillese Giuseppe Parisi (classe 1985). Per loro l’accusa, sostenuta dalle magistrate Assunta Musella e Alessandra Tasciotti, ha chiesto vent’anni di reclusione ciascuno.
Il padre di Gullotti, Giuseppe, fiancheggiatore del boss Salvatore Catania, era rimasto ucciso dopo un agguato mafioso risalente al 2002. Fatto per il quale sono stati recentemente condannati in Appello Mario Montagno Bozzone e il fratello Ciccio, entrambi appartenenti alla cosca rivale gravitante nel clan Mazzei.
Il
blitz Sciarotta, scattato a gennaio 2019, arrivava all’esito di indagini condotte dai carabinieri di Randazzo tra febbraio e novembre 2017. Nel corso dell’inchiesta, i militari sarebbero stati in grado di definire i ruoli, le modalità e i luoghi dove veniva nascosta l’erba. Per lo più caseggiati rurali e terreni abbandonati, in modo da rendere più difficilmente identificabile l’origine della droga in caso di sequestro. L’erba, in base all’esito delle attività investigative, proveniva per lo più dai quartieri popolari di Catania: Librino e il Villaggio Sant’Agata, in primis.
Quasi tutte le persone per le quali è stata richiesta la condanna sono detenute da
gennaio 2019, quando i carabinieri sono andati a stringere le manette attorno ai loro polsi. Sono tutti distribuiti tra le carceri di Catania piazza Lanza, Bicocca e Caltagirone. Con le uniche eccezioni di Alfio Riela, nei confronti del quale non è scattata alcuna misura cautelare, e di Luana Sciavarello, che si trova agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
Tutte le richieste di condanna
Andrea Gullotti, nato a Bronte il 02/02/1990, 20 anni di reclusione;
Patrizio Cavallaro, nato ad Acireale il 29/04/1980, dieci anni di reclusione;
Enzo Currenti, nato a Bronte il 17/08/1991, dieci anni di reclusione;
Giannunzio Fichera, nato a Bronte il 04/10/1996, dieci anni di reclusione;
Giuseppe Leanza, nato a Bronte il 18/06/1978, dieci anni di reclusione;
Gaetano Merlo, nato a Bronte l’11/12/1986, dieci anni di reclusione;
Federico Montagno Cappuccinello, nato a Bronte il 26/06/1990, dieci anni di reclusione;
Giuseppe Parisi, nato a Biancavilla il 14/06/1985, 20 anni di reclusione;
Alfio Riela, nato a Catania il 16/08/1990, due anni di reclusione;
Luana Sciavarello, nata a Bronte il 02/02/1990, 12 anni di reclusione;
Lorenzo Sgroi, nato a Catania il 09/02/1978, due anni e otto mesi di reclusione.
Aggiornamento del 15 luglio 2022 – Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Carlo Faranda, difensore di Federico Montagno Cappuccinello
«L’imputato è stato completamente assolto da parte della corte di Appello di Catania, che, con sentenza di ieri, ha accolto l’appello di questo difensore. Cappuccinello è stato assolto in toto: per il reato di associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti (Capo A di imputazione) è stato assolto per non avere commesso il fatto; per il reato di spaccio (Capo B) è stato assolto perché il fatto non sussiste».