Ieri la produzione di pistacchio di Bronte ha subito danni ingenti a seguito di una violenta grandinata che ha colpito alcune contrade del paese dell’oro verde. Il prezioso frutto, la cui raccolta avviene ogni due anni, è stato colpito proprio nel momento meno opportuno, quando il frutto, tenero e in attesa di maturazione, non è ancora abbastanza forte da sopportare le intemperie. Infatti alla fine dell’evento atmosferico i frutti non ancora maturi sono stati strappati alle piante e caduti a terra inservibili.
Ma non solo. Quelli rimasti rimangono macchiati, e anche se completeranno la maturazione non sono più appetibili sul piano commerciale, così il loro prezzo di vendita scende. Le contrade colpite sono quelle di Passo Zingaro, Galluzzo, Quattro Miglia, Tre Miglia, Rivolita, Cipollazzo, Rizzonito, Rocca Tufano, Roccarello, Carba e Triporanello, con danni locali a circa il 60 per cento della produzione. Non nasconde preoccupazione Alfio Paparo, produttore e vicepresidente del consorzio di tutela del pistacchio Dop: «Un brutto danno per Bronte – ha dichiarato – la grandinata ha colpito le zone alte, le stesse di due anni fa. In queste zone i danni sono stati ingenti, con quasi il 70 percento di produzione persa, circa il 10/15 per cento della produzione totale».
Colpiti soprattutto i piccoli produttori, che spesso non riescono ad assicurare il raccolto per il costo oneroso della polizza assicurativa. La grandinata che ieri ha colpito Bronte ha provocato danni ingenti al pistacchio. Lo rileva Coldiretti Catania che chiede misure straordinarie per evitare che dopo un’attesa di due anni le imprese agricole perdano tutti gli investimenti realizzati. «È stato un evento forse senza precedenti – commenta il presidente Giovanni Pappalardo – che mette a rischio una delle produzioni più importanti per la Sicilia, che ha permesso il potenziamento dell’italian sounding nel mondo». «Chiediamo l’attivazione di tutte le procedure per la proclamazione dello stato di calamità – aggiunge il direttore Giuseppe Campione -. Il pistacchio è la base economica di un’area determinante per l’economia di tutta la provincia».
Il sindaco Graziano Calanna ha attivato le procedure per chiedere lo stato di calamità naturale: «Invieremo subito un telegramma al presidente della Regione, al prefetto di Catania, all’agenzia delle Entrate, all’assessorato Risorse Agricole e a tutti gli uffici competenti per attivare le procedure. Anche due anni fa – conclude il primo cittadino – abbiamo avuto lo stesso problema ma la Regione è stata totalmente assente».
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