Il portiere ha un traguardo al quale puntare e ha voglia di lasciare il segno dopo un paio di stagioni in cui non ha avuto continuità. A Palermo ha trovato la dimensione ideale: «Ci sono i presupposti, una volta raggiunta la massima serie, per mantenere in A il posto da titolare che ho faticato a conservare in questi anni»
Brignoli fissa la quota promozione dei rosa «Arriviamo a 75 punti e siamo in serie A»
Settantacinque. È il punto di riferimento, in termini numerici, di Alberto Brignoli. È la quota che il portiere del Palermo ritiene sufficiente per centrare la promozione diretta in serie A: «Io sinceramente non guardo la classifica – ha ammesso il numero 1 rosanero nel corso della conferenza stampa odierna al Tenente Onorato -, ho un numero in mente, che è 75, e lì dobbiamo arrivare. È questa la mia classifica: è il percorso che va fatto in funzione di una quota-punti che, a mio avviso, in un campionato con 19 squadre può bastare per arrivare nei primi due posti. Un giudizio sul primato attuale? È comunque un obiettivo. Ci si può arrivare prima o dopo ma ciò che conta è essere in vetta a maggio. Fino a marzo-aprile la classifica non è veritiera e cambia spesso». Né i fattori esterni come gli sviluppi sul fronte societario («Abbiamo grande rispetto nei confronti del presidente e, in ogni caso, le vicende extra-campo non ci toccano») né i vissuti individuali («So cosa posso dare e ciò che stavo dando all’inizio. Vincenzo Sicignano e Alberto Pomini mi hanno aiutato a rimanere concentrato e a trovare continuità») potranno condizionare la forma mentis dei rosanero e dello stesso Brignoli. Un portiere, arrivato in estate a titolo definitivo dalla Juventus, che sta acquisendo sempre più sicurezza anche in virtù del confronto quotidiano con il concorrente Pomini: «Tra di noi c’è un rapporto molto bello e basato sull’onestà intellettuale. C’è una sana concorrenza che, peraltro, per me rappresenta un ulteriore stimolo sapendo che, se non sto attento, alle mie spalle c’è un portiere molto bravo e che può tranquillamente giocare».
La sana concorrenza presente in ogni reparto è uno dei segreti del Palermo che alle dipendenze di Stellone ha iniziato a viaggiare con una marcia in più: «Eravamo un po’ indietro dal punto di vista dell’atteggiamento. Il mister ha toccato punti precisi e ci ha dato qualcosa, forse più di qualcosa, ma la reazione c’è stata anche dentro di noi. Tutti giochiamo con un certo spirito di rivalsa e con la voglia di riscattarci». Dopo una stagione avara di soddisfazioni al netto del momento di gloria vissuto in occasione del gol di testa realizzato in casa contro il Milan con la maglia del Benevento, anche l’estremo difensore classe ’91 ha voglia di lasciare il segno: «Il gol al Milan è stato certamente il punto più alto a titolo personale. Un episodio amplificato dalla concomitanza di diversi fattori: rete di un portiere, fatto clamoroso a prescindere, e gol coinciso con il primo storico punto in serie A del Benevento. Nelle ultime tre stagioni ho avuto poca continuità ed è anche questo uno dei motivi per i quali ho voglia di costruire qualcosa di importante a Palermo. Piazza di calcio vera, nella quale ho più di quello di cui avrei bisogno per fare bene il mio lavoro e in cui ci sono i presupposti per mantenere in A, una volta raggiunta la massima serie, il posto da titolare che ho faticato a conservare negli ultimi anni».
Anche il calore del pubblico può recitare un ruolo significativo. Brignoli lo ha percepito, ad esempio, ieri pomeriggio in occasione della visita assieme ad Accardi e Fiordilino al Rosanero in Fest alla Fiera del Mediterraneo («È stata una grande emozione anche perché il sostegno della gente non è scontato») e durante la gara interna con il Pescara in cui è stato sfondato il tetto delle novemila presenze: «Giocare davanti a poche persone non è facile, soprattutto nei momenti in cui hai bisogno della spinta del pubblico. Quando giochi con 25mila spettatori, invece, parti avvantaggiato e la squadra avversaria può risentirne dal punto di vista psicologico». Venerdì, al Bentegodi, l’assenza del pubblico veronese (per protesta contro la gestione societaria) potrebbe agevolare il compito dei rosanero: «E invece credo che senza tifo loro possano essere più tranquilli – osserva Brignoli – il Verona, che troveremo avvelenato, è in difficoltà in termini di risultati ma non di gioco. Affrontiamo una squadra che ha carte importanti e una qualità di categoria superiore. Ci aspetta una partita difficilissima. Non è una sfida decisiva ma, trattandosi di uno scontro diretto, avrà un peso specifico superiore rispetto ad altre gare».