Grazie al progetto Siamo connessi nell'istituto, con sette plessi e più di 1000 alunni, arriva l’impianto di cablaggio strutturato con connettività wi-fi in fibra ottica, supportato da Sirti. «Noi siamo una realtà di periferia - dice la preside - ma spesso nelle periferie ci sono le energie migliori, basta metterle a frutto»
Brancaccio, internet superveloce allo Sperone-Pertini «Futuro alunni non è scritto, apriamo nuove finestre»
«Noi siamo una realtà di periferia, e lo dico anche con orgoglio – afferma Antonella Di Bartolo, preside dell’I.C.S. Sperone-Pertini – perché spesso nelle periferie ci sono le energie migliori, semplicemente si tratta di metterle a frutto». Oggi è stato inaugurato il primo impianto con internet ultraveloce proprio in una scuola di periferia, a Brancaccio.
Grazie al progetto Siamo connessi nell’istituto, con sette plessi e più di 1000 alunni, arriva l’impianto di cablaggio strutturato con connettività wi-fi in fibra ottica, supportato da Sirti. «Il progetto – aggiunge la dirigente – ha come obiettivo quello di costruire delle nuove opportunità per i nostri ragazzi e tramite loro raggiungere anche le famiglie, perché il riscatto di un territorio passa sicuramente dalla scuola e deve individuarla come volano per la sua crescita. Il fatto che tutto questo avvenga in un plesso intitolato a Padre Pino Puglisi per me acquista un significato maggiore perché cerchiamo di portare avanti la sua azione e lavoriamo ogni giorno nel solco di quanto lui ha operato». In questo istituto quindi si cerca di dare agli alunni nuove prospettive. «Perché un ragazzo che nasce in periferia ha un futuro quasi scritto – spiega Di Bartolo – Invece noi dobbiamo ribaltare questa sorta di ovvietà. Niente è ovvio e dobbiamo aprire nuove finestre e nuove porte».
Il progetto di cablaggio strutturato nel grande plesso di via Giannotta 4, nella periferia Sud di Palermo, è cominciato ad inizio anno. L’allaccio, tecnicamente in architettura in FTTH, ovvero fiber to the home, ha come obiettivo quello di fornire di un impianto wi-fi in fibra otticala scuola. «La particolarità di questo progetto è proprio il cablaggio strutturato – aggiunge Di Bartolo – Non è soltanto un allaccio alla super fibra perché con il passaggio della fibra ottica in città qualsiasi privato lo può ottenere. Si tratta di un impianto nuovo ad altissimo rendimento per cui la connettività e la connessione è sempre stabile, assicurata e veloce e può essere portata in tutte le aule e in tutti i laboratori dove comunque noi non amiamo relegare tutte le attività. L’obiettivo non è creare una realtà virtuale, ma dare ai nostri alunni dai 5 agli 11 anni gli strumenti per saper vivere nell’era digitale e usare la connessione come un’opportunità».
I processi d’innovazione, così, diventano decisivi per qualunque istituzione. «Questa è una scuola simbolo di Palermo che fa da apripista ad un più ampio processo di digitalizzazione – conclude Giovanna Marano, assessore alla Scuola del Comune di Palermo -. Partendo dall’innovazione si può dare un contributo decisivo per la lotta contro la povertà educativa. E questo è un significato straordinario nell’anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura. L’istituto Pertini, nel quartiere di Don Puglisi, è una scuola simbolo. È la prima scuola che dona ai suoi bambini e alle sue bambine quell’opportunità che Don Puglisi desiderava per i suoi figli».
Già da anni l’istituto porta avanti un approccio didattico-educativo incentrato «sull’atelier digitale – afferma ancora la dirigente scolastica – portato avanti insieme alla fondazione internazionale Reggio Children, che ha sede Reggio Emilia. Il digitale viene utilizzato per esplorare la realtà materica. Apre le menti dei ragazzi attraverso un percorso di ricerca che coinvolge anche i docenti, che condividono insieme a loro un percorso di formazione continua».
Innovazione tecnologica è quindi la parola d’ordine. «Stiamo lavorando da tempo all’infrastrutturazione moderna che consentirà di essere collegati col mondo – afferma Gabriele Marchese, comandante della Polizia Municipale -. Questo è un piccolo passo per la crescita digitale di questa città. Bisogna essere cittadini del mondo anche a partire dalle periferie. E ognuno di noi è responsabile della crescita sociale di una città a prescindere dal cappello che indossa».