Nell'indagine, condotta dagli uomini del comando provinciale della guardia di finanza di Messina, sono coinvolte altre 13 società accusate di avere percepito indebitamente fondi dall'Agea, tramite un sistema di false fatturazioni
Braccianti fantasma per ottenere la disoccupazione L’accusa per un imprenditore agricolo dei Nebrodi
Oltre 150 braccianti fantasma. Vale oltre mezzo milione di euro la frode che sarebbe stata messa su da un imprenditore di Piraino, titolare di un’azienda agricola. L’uomo è accusato di avere dichiarato l’assunzione di 156 lavoratori soltanto con l’obiettivo di fare ottenere loro le indennità assistenziali e previdenziali che la legge riserva al settore agricolo. Dai controlli dei finanzieri del comando provinciale di Messina è emerso infatti che nessuno dei lavoratori è stato impegnato nei campi. La società, inoltre, sarebbe stata una cartiera, ovvero un’impresa per simulare fittiziamente delle attività economiche
Ma la truffa avrebbe riguardato anche i finanziamenti pubblici erogati dall’Agea nell’ambito del programma di sviluppo rurale 2007-2013. Secondo le Fiamme gialle, la cooperativa di Piraino avrebbe fatto parte di una rete composta da 14 società che si scambiavano vicendevolmente fatture gonfiate, per un importo pari a 360mila euro.
I reati contestati agli indagati vanno dal falso commesso in atto pubblico alla truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. Il gip ha disposto il sequestro di beni per il valore di un milione e mezzo a carico dell’imprenditore di Piraino.