Nel salotto del programma palermitano i due volti della politica siciliana hanno dato vita a un dibattito che non poteva essere altro che colorito e colorato. «Ho messo una cravatta color prugna in suo onore», ha detto il vicepresidente della Regione
Botta e risposta tra il sindaco De Luca e Armao Tra frecciatine al vetriolo, ironia e futuro politico
Un saluto con i due pugni, un timido contatto, un apparente tono disteso e qualche sorriso. Si è concluso così il dibattito tra il sindaco di Messina Cateno De Luca e il vicepresidente della Regione e assessore all’Economia Gaetano Armao negli studi del programma Casa Minutella. Ma il confronto tra l’uomo della giunta Musumeci e il primo cittadino della città dello Stretto, che non ha mancato di pungere, per l’ennesima volta, il presidente della Regione, era iniziato con tutt’altro tono. I temi sul tavolo sono stati diversi e tutti complessi: dai fondi per i programmi operativi e complementari (Poc) che De Luca ha chiesto alla Regione, ai finanziamenti per risolvere il problema delle baraccopoli fino ai lavori di Montesanto, riserva di approvvigionamento idrico su cui De Luca aveva iniziato i lavori; poi bloccati dalla Regione, perché il sito è di proprietà dell’Eas (Ente acquedotti siciliani).
Ed è proprio questo il punto da cui è partito l’acceso e colorato dibattito tra i due. Parlando proprio della vicenda Montesanto, De Luca in un collegamento online di aprile aveva tacciato la Regione di malamministrazione. Armao, sorprendendo un po’ tutti, aveva risposto al sindaco di Messina con «Sucati un pruno», affermazione su cui il primo cittadino, conosciuto da sempre come personaggio sopra le righe della scena mediatica, non ha mancato di scatenare il suo linguaggio eclettico su «Armao Meravigliao», come scherzosamente lo ha chiamato. «Per l’occasione mi sono presentato con una cravatta color prugna», dice Armao prima di iniziare il dibattito.
Un palcoscenico che però sul tavolo di Casa Minutella ha lasciato spazio alla futura programmazione e alle criticità della città dello Stretto che, a detta di De Luca, la Regione non è riuscita a risolvere. «Abbiamo un presidente della Regione che ha più volte fallito, dalla gestione dei fondi, alla pandemia, ai rifiuti – dice De Luca – Per questo, con l’arrivo dei fondi nazionali sul risanamento di Messina non ho voluto che fosse Musumeci a gestirli. Ad oggi quanti soldi è riuscito a portare Musumeci per Messina? Nove milioni e mezzo in tre anni». De Luca, dal canto suo, si vanta di aver chiuso l’accordo sull’eliminazione delle baraccopoli, arrivato con i decreti nazionali per il rilancio e con la volontà della ministra per il Sud Mara Carfagna. «Quella di De Luca è solo campagna elettorale: invece di ragionare, come facciamo noi con gli altri enti, lui preferisce aggredire e buttarla in caciara – risponde Armao – La Regione ha cercato di lavorare sodo, senza polemiche inutili. Con la collaborazione si sono riusciti a portare questi 100milioni di euro che sono dei fondi aggiuntivi a quelli che già spettavano».
Poi il discorso si sposta sulla gestione dei fondi. La Regione aveva attuato un’ispezione su alcuni derivati, che Cateno De Luca ha considerato pretestuosa nei suoi confronti. «Forse da quando mi sono voluto candidare, c’è stato un atteggiamento persecutorio da parte della Regione». «Il controllo sui derivati non ha riguardato solo Messina. Io preferisco confrontarmi nelle sedi istituzionali e non su Facebook, come fa De Luca: il suo è vittimismo solo per fini elettorali», ha risposto Armao. Il discorso oscilla sempre sulla contrarietà mostrata dal sindaco di Messina nei confronti di Musumeci. De Luca, solo poche settimane fa, aveva lanciato un sondaggio sulla sua pagina Facebook, chiedendo ai siciliani se davvero avrebbero ancora voluto Musumeci candidato presidente.
«Quando ho avuto la vicenda del mio arresto – commenta De Luca – Musumeci si è distaccato un po’, sul piano personale ci sono rimasto male. Ma diciamo che alcune cose che sono venute dopo non hanno fatto altro che esasperare tutto, compresa l’emergenza Covid. Aspettiamo altri 40 milioni per lo sbaraccamento di Messina, adesso è aperta la vicenda di Montesanto». Sulla riserva di approvvigionamento De Luca aveva apposto una recinzione, la Regione ha bloccato i lavori. Adesso il contenzioso aspetta di essere risolto. «C’è una forte intesa e un lavoro su tutti i fronti – replica Armao – Sullo sbaraccamento, la palla passa alla commissaria per la gestione. Su Montesanto stiamo lavorando per la risoluzione». Intanto Armao e la giunta Musumeci sono attesi venerdì 18, quando la corte dei Conti dovrà decidere sulla parifica del rendiconto 2019. «Chiamerò Armao al mio fianco quando sarò presidente della Regione», conclude De Luca. Salvo far capire che era, come accade spesso, una delle sue battute.