L'attaccante ha smentito categoricamente le voci relative ad un presunto interessamento nei suoi confronti da parte di Foggia e Cerignola. E ha fatto chiarezza anche sul suo rapporto con Pergolizzi: «Nessun problema, mi sono arrabbiato per la panchina ma so che fare l'allenatore non è facile»
Bomber Ricciardo spegne i rumors di mercato «Palermo? È come se fossi al Real Madrid»
Non c’è nessun caso Ricciardo. La conferma arriva direttamente dall’attaccante rosanero che, con fermezza, ha smentito le voci relative a presunti attriti con il tecnico Pergolizzi in seguito alla terza panchina iniziale consecutiva in occasione del derby con l’Acireale. Il bomber messinese, miglior marcatore della squadra finora con otto gol, non ha fatto certamente i salti di gioia quando gli è stato comunicato che non sarebbe partito dal primo minuto ma, da giocatore navigato, ha imparato nel corso della carriera che il noi ha la priorità sugli interessi del singolo: «Le voci relative a presunti problemi tra me e il mister sono assolutamente false – ha sottolineato nel corso della conferenza stampa odierna al Pasqualino Stadium di Carini – il nostro è un rapporto diretto e io sono una persona che ama dire le cose in faccia e in maniera trasparente. Non nego che mi sono arrabbiato (ha usato un’espressione più colorita, ndr) nel momento in cui mi ha detto che sarei andato di nuovo in panchina ma mi sono messo subito a disposizione e la mia arrabbiatura è durata un attimo anche perché mi rendo conto che fare l’allenatore non è facile».
E con la schiettezza che lo contraddistingue, il numero 9 rosanero ha voluto mettere altri puntini sulle i puntualizzando alcuni concetti. Uno di questi è il mercato in relazione ai rumors relativi ad un presunto interessamento nei suoi confronti da parte di Foggia e Cerignola: «Tutte queste voci sono false e sono convinto che le stesse Foggia e Cerignola non si permetterebbero di fare un tentativo per un giocatore come me che sta in una piazza come Palermo. Ribadisco che io qui sto benissimo e che per me il Palermo rappresenta il Real Madrid, il coronamento di un sogno che si è realizzato con la consapevolezza che il bello deve ancora venire».
Ricciardo, 33 anni martedì prossimo, è un giocatore esperto e in quanto tale può sfruttare il suo bagaglio per dare una spiegazione all’involuzione della squadra sancita dallo score (sette punti) nelle ultime cinque partite: «Sono periodi, capitano anche a grandi squadre come Juventus, Manchester City o Barcellona. Abbiamo perso i due scontri diretti contro Savoia e Acireale perché il Palermo non era brillantissimo, ma sono convinto che se avessimo affrontato queste due squadre in un periodo diverso entrambe le gare sarebbero terminate in maniera differente. Ottenere dodici successi in quindici partite è un ottimo ruolino di marcia che, in proiezione, equivale alla vittoria del campionato. Forse abbiamo distribuito male queste vittorie e adesso, dopo dieci successi di fila, il calo si nota di più. La ricetta giusta per invertire il trend? Stare tutti uniti, compatti ed evitare di alimentare voci che non fanno il bene del Palermo».
Consapevole di doversi confrontare con una piazza esigente («Le pressioni ci sono ma lo sapevamo benissimo che sarebbe stato così qui a Palermo dove qualsiasi altro obiettivo che non sia la promozione è un fallimento»), l’ex Cesena è proiettato verso la gara in programma domenica a Castrovillari nella quale proverà a interrompere un digiuno che dura ormai dallo scorso 3 novembre in occasione della sfida con il Corigliano: «E’ un momento delicato e ritengo che tutti dobbiamo dare qualcosa in più soprattutto dal punto di vista caratteriale e della mentalità. Domenica dovremo scendere in campo come se fossimo una provinciale. Per quanto concerne il mio digiuno – prosegue – è soprattutto colpa mia ma, come nel caso dell’andamento del collettivo, anche in questo caso credo che si tratti di periodi che capitano a tutti. Capita di segnare anche con un tocco fortuito e ci sono anche i momenti in cui si fa fatica a sfruttare le occasioni da rete».
Inevitabile, a proposito di giocatori deputati alla fase d’attacco, un pensiero al compagno Mario Alberto Santana. Le indagini strumentali a cui si è sottoposto il capitano, infortunatosi domenica al Barbera durante il match con l’Acireale, hanno confermato la rottura del tendine d’Achille destro. L’argentino dovrà operarsi e starà fermo ai box per almeno quattro mesi: «Dispiace tantissimo per Mario. E’ un leader che non parla molto ma che dà l’esempio in campo con gli atteggiamenti giusti. Faremo il massimo anche per lui, un giocatore che ha dato tutto per noi».