Bombe e delitti di Stato all’ombra di Bilderberg

Negli ultimi trent’anni l’Italia e il resto del mondo sono stati colpiti ripetutamente da una serie di fatti di cronaca che hanno scosso l’opinione pubblica e riempito le pagine dei giornali per mesi, se non, in alcuni casi, per anni. Tutti questi fatti hanno un aspetto in comune: quasi sempre sono stati individuati gli esecutori o gli ideatori, ma praticamente mai si è riusciti a raggiungere i mandanti.

Eppure c’è chi, già trent’anni fa, aveva suggerito, sulla base di dati certi e incontroversibili, qual era la strada da seguire…

Ferdinando Imposimato (foto a sinistra, tratta da beppegrillo.it)ha un curriculum, a dir poco brillante: è un magistrato e avvocato che, per oltre trent’anni, si è occupato di molti casi di terrorismo, tra i quali il rapimento di Aldo Moro (le sue tesi sono state ribadite, vent’anni più tardi, all’interno del dossier Mitrokhin), l’attentato al Papa con l’ipotesi della pista bulgara, il procedimento contro la banda della Magliana, l’omicidio del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Vittorio Bachelet, il caso Sindona, il banchiere siciliano legato a Cosa Nostra accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento di banche italiane e straniere e molti altri. È presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione e si è occupato di diritti umani.

Nel 1983, ha dovuto pagare a caro prezzo il proprio impegno: per una vendetta trasversale è stato assassinato il fratello Franco. Anche a livello internazionale si è distinto: nel 1984 ha rappresentato l’Italia a Strasburgo per i problemi del terrorismo internazionale legati all’abuso delle immunità diplomatiche.

Ha ricevuto innumerevoli citazioni, premi e onorificenze tra cui quella nel 1984, di Uomo dell’Anno-Giudice Coraggio conferito dalla rivista francese Le Point; il premio dedicato a Carlo Alberto Dalla Chiesa; il titolo di Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana; nel 1985 il Times di Londra gli ha dedicato una intera pagina definendolo lo “Scudisciatore” della mafia.

Un libro dell’ONU lo indica, nell’anno della gioventù, come “Il Simbolo della Giustizia”. Nel 1986, forse stanco delle continue minacce di Cosa Nostra, ha deciso di lasciare la magistratura e, invece di fare come molti e dedicarsi, a tempo pieno, alla politica, è diventato consulente legale delle Nazioni Unite nella lotta alla droga. Un curriculum, quello del giudice Imposimato, più che brillante, eccezionale e, cosa rara al giorno d’oggi, privo della benché minima macchia.

È per questo motivo che avrebbero dovuto destare scalpore e sorpresa (ma, ormai, sappiamo bene come vengano filtrate alcune notizie) alcune affermazioni riportate nel suo ultimo libro, “La Repubblica delle stragi impunite”, presentato nei giorni scorsi. Nel libro, Imposimato dichiara che i mandanti e i responsabili di alcuni degli eventi che hanno caratterizzato negli ultimi decenni il nostro Paese e il resto del mondo sarebbero ben noti. Secondo Imposimato, ci sarebbero state complicità di “frammenti dello Stato con la mafia, col terrorismo nero, e con la massoneria”. Elementi “che erano poi fusi e armonizzati in questa organizzazione, manovrata dalla Cia, che in Italia si chiama Gladio e all’estero “Stay Behind” (ovvero la CIA).

Secondo Imposimato, ad esempio, “gli attentati dell’11 settembre “sono stati un’operazione globale di terrorismo di Stato consentita dall’amministrazione degli USA, che sapeva già dell’azione, ma è rimasta intenzionalmente non reattiva al fine di fare la guerra contro l’Afghanistan e l’Iraq. Per dirla in breve, gli eventi dell’11/9 sarebbero stati quindi un caso di Strategia della Tensione messa in atto dai poteri politici ed economici negli Stati Uniti per perseguire vantaggi in capo all’industria petrolifera e delle armi”.

Secondo l’ex giudice, “anche l’Italia sarebbe stata vittima della Strategia della Tensione della CIA”. (fonte http://www.journalof911studies.com/resources/2012-September—Imposimato-letter.pdf)
Udire i nomi che hanno riempito le pagine di cronaca nera dei giornali per oltre un trentennio fa rabbrividire. Tanto più che, se a fare queste affermazioni fosse una persona qualunque o uno dei tanti che affollano forum e blog “alternativi” in cerca di notorietà e fama proponendo teorie, complotti e eventi praticamente impossibili, la cosa sarebbe già finita lì. Ma qui la situazione è molto diversa. Le affermazioni provengono da un giudice del livello di Imposimato: e sono affermazioni chiare e inequivocabili. E, cosa ancora più importante, non sono solo parole: fanno riferimento a fatti ed eventi storici facilmente verificabili.

Secondo l’ex giudice, mentre alcuni settori dello Stato compivano un grande sforzo per scoprire gli esecutori di molte stragi di mafia e di molti altri fatti di sangue che hanno riempito le pagine dei giornali per anni, altri “gruppi” agivano affinché i mandanti restassero sconosciuti e, cosa ancora più grave, protetti da una sorta di impunità concessa loro da chi era al potere e che, quindi, conosceva la loro identità. (foto a sinistra tratta da eu.wikipedia.org)

Fin qui, sembra quasi uno di quei libri che, scritti decenni dopo eventi ben noti, cercano di trovare risposte a enigmi mai risolti e che, ormai, poco interessano la gente. E, invece, tra i dati venuti alla luce e riportati nel libro ce ne sarebbe uno che, visti i recenti eventi, dovrebbe fare rabbrividire.

Tra i documenti citati e riportati nel libro, si fa riferimento a un’associazione, citata da Emilio Alessandrini (ucciso nel 1979 da un gruppo terroristico), in uno scritto del 1967. Già a metà del secolo scorso sarebbero emersi fatti che portavano gli investigatori che indagavano su diversi crimini di rilevanza nazionale ed internazionale al famigerato gruppo Bilderberg.

Tutti sanno ormai che nel gruppo militano esponenti di primissimo piano dell’economia, della finanza e della grande industria oltre che della politica, come Mario Monti. La novità sta nel fatto che Imposimato riferisce, senza mezze parole o eufemismi, che dagli atti in suo possesso, emergere il ruolo, svolto dal gruppo Bilderberg già alcuni decenni fa, non di “semplice” gruppo di imprenditori che aspirerebbe a comandare l’economia globale, ma quello, ben diverso, di gestore nascosto della politica nazionale ed internazionale con tutti i mezzi, leciti e non, e di responsabile delle stragi e della politica della “tensione” attuata in molti Paesi del mondo. Il tutto ovviamente con reconditi fini economici.

Paradossalmente, i membri del Bilderberg, afferma Imposimato, “hanno fatto tutto questo non per destabilizzare lo Stato, ma per rafforzare il potere: destabilizzare l’ordine pubblico per stabilizzare il potere politico” (chi volesse vedere parte dell’intervista potrà farlo su http://www.youtube.com/watch?v=4k5YGvGiy8c)

Dopo una simile affermazione, ovviamente, assume un aspetto ben diverso tutto ciò che è stato più volte ripetuto a proposito del Bilderberg: a cominciare dall’interrogazione al Parlamento Europeo circa la partecipazione di alcuni commissari (tra cui Monti) a diverse riunioni del gruppo un decennio fa, fino all’ultima riunione del gruppo a Roma, avvolta nella riservatezza, nonostante l’imbarazzo di molti vip italiani, compreso Monti e alcuni dei Ministri del suo governo.

Tornando a Imposimato, lo stesso ha affermato che “può darsi pure che qualcuno di loro non sappia nulla, però, il Bilderberg fa queste cose qua. Cioè: governa il mondo e le democrazie in modo invisibile, in modo da condizionare il loro sviluppo democratico”.

Una cosa, però, è certa: e cioè che già dalle carte del giudice Alessandrini emergeva, trent’anni fa, che ”il Bilderberg è uno dei responsabili della strategia della tensione, e quindi anche delle stragi”. Fa impressione il modo in cui, senza usare mezzi termini, viene definito “il Bilderberg responsabile delle stragi”.

Per Imposimato il gruppo Bilderberg sarebbe “il nucleo portante di un governo occulto che ha come spada la CIA”.

Ancora una volta i brividi percorrono la schiena. Dopo viene da pensare che, forse, quelle di Alessandrini e di Imposimato sono tutte elucubrazioni. Certo è, però, che dopo aver letto questi documenti uno ad uno affiorano alla memoria molti casi che hanno caratterizzato la storia degli ultimi trent’anni in Italia e nel mondo, e, per i quali era sembrato strano che non si riuscisse a giungere alla parola fine. Sebbene siano stati, a volte, raggiunti i responsabili di molti delitti, i veri mandanti non sono mai stati neanche scalfiti da indagini durate anni e mai arrivate a poter scrivere sul fascicolo “caso chiuso”.

Viene in mente che, forse, il problema è proprio questo. Forse la verità non può esser detta pubblicamente non perché non sia nota. Le inchieste non possono giungere a una conclusione perché la fine non esiste. La responsabilità di molti degli eventi che hanno caratterizzato la cronaca criminale degli ultimi decenni non è di una sola persona o di un gruppo ristretto di persone, ma ricade su quello che potrebbe essere diventato, dopo tanti anni di pratica, un sistema di gestione globale dotato di poteri e di interessi quasi illimitati e, soprattutto, come hanno dimostrato gli ultimi trent’anni di storia italiana, completamente privo di principi morali.

Allora si va a guardare quanti, tra quelli che occupano posizioni di rilievo in Italia, in Francia, in Europa negli USA e in enti di rilevanza mondiale come il FMI (Fondo Monetario Internazionale), sono o sono stati, in modo più o meno palese, legati al gruppo Bilderberg. E i brividi aumentano…

L’Italia nelle mani del ‘Gruppo di Bilderberg, la ‘cupola’ della finanza mondiale

 

 


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