Blitz a sorpresa negli ospedali siciliani dei parlamentari nazionali e regionali grillini

GLI ESPONENTI DEL MOVIMENTO 5 STELLE SI SONO CATAPULTATI NELLE STRUTTURE SANITARIE PUBBLICHE DI TUTTA L’ISOLA. COSA HANNO SCOPERTO? CARENZA DI PERSONALE MEDICO OVUNQUE. PRONTO SOCCORSI INTASATI PERCHE’ I MEDICI SONO POCHI. LAMENTELE PER LE ASSENZE PER GRAVIDANZA E LEGGE 104

… e improvvisamente la politica siciliana scoprì che gli ospedali pubblici sono un delirio. Che i tagli operati dal passato Governo di Raffaele Lombardo – assessore alla Salute, Massimo Russo, dirigente generale, Lucia Borsellino – sono stati pesantissimi. Che i medici delle strutture sanitarie pubbliche sono sotto stress, oberati da super lavoro con il contratto bloccato dal 2010. Che anche gli infermieri sono sotto stress, anche se meno stressati dei medici. Che i Pronto soccorso sono intasati, in primo luogo per mancanza di medici.
I primi ad accendere i riflettori sulla sanità pubblica siciliana sono stati i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle. In particolare, Stefano Zito. Qualche giorno fa è arrivata la Cisl, che sta guardando con la ‘lente d’ingrandimento’ alcuni ospedali di Palermo. Ieri sono tornati in scena i grillini, con un’iniziativa che riguarda tutta la Sicilia.

Cosa hanno scoperto i seguaci di Grillo di Sala d’Ercole? Nel comunicato che hanno diffuso lo scenario è descritto con dovizia di particolari: “Carenza di personale praticamente ovunque, contratti in scadenza che rischiano di mandare in tilt parecchi reparti, attrezzature nuove, ma praticamente inutilizzate, attese lunghissime ai Pronto soccorso e perfino progetti di ascensori sbagliati che impediscono di spostare letti da un piano all’altro. E ancora assenze per maternità che arrivano a durare perfino 4 anni e legge 104 nel mirino”.
E’ una fotografia sfocatissima, quella che esce fuori dalla prima ispezione a sorpresa nei principali ospedali siciliani fatta da 21 parlamentari regionali e nazionali del Movimento cinque Stelle. I grillini hanno visitato alcuni reparti degli ospedali di Villa Sofia (Palermo), Cannizzaro (Catania), Di Dio (Agrigento) Busacca (Scicli), S. Elia (Caltanissetta), Papardo e Piemonte (Messina), Di Maria (Avola), Trigona (Noto) e Vittorio Emanule II (Castelvetrano).
Hanno fatto parte della squadra dei particolari visitatori i deputati regionali Cancelleri, Ciaccio, Ciancio, Foti, La Rocca, Mangiacavallo, Palmeri, Siragusa, Tancredi, Zafarana e. Zito, i deputati alla Camera Azzurra Cancelleri, Di Vita, Giulia Grillo, Lupo, Lorefice, Marzana, Nuti e Rizzo e i senatori Catalfo e Bertorotta.
“Il senso dell’operazione – afferma Stefano Zito, vicepresidente della commissione sanità dell’Ars – è quello di tirare un sasso nello stagno. La nostra presenza negli ospedali indurrà gli operatori a venire a parlare con noi e a raccontarci cose che altrimenti non potremmo mai venire a sapere. Dovunque abbiamo raccolto lamentele per la carenza di personale. Cercheremo però di capire quanto queste carenze dipendano da buchi nelle piante organiche e quando da fenomeni di imboscamento”.

L’iniziativa dei parlamentari ha riscosso anche parecchi consensi tra i camici bianchi. Alcuni di loro hanno battezzato l’operazione “una rivoluzione copernicana”, visto che “mai in precedenza la politica si era interessata così da vicino della sanità”.
Il punto definitivo di questa prima presa di contatto col mondo ospedaliero deve essere ancora fatto. Alcune macroscopiche disfunzioni comunque saltano immediatamente agli occhi, come una cifra molto grossa spesa al S. Elia per apparecchiature di radiologia pochissimo utilizzate – così è stato raccontato – per carenza di personale. O come le assenze di “lungo corso” per maternità, che sarebbero arrivate a Scicli a durare anche quattro anni, con un medico, ironia della sorte, sostituito da un altro che si è assentato a sua volta perché entrato in gravidanza.
Da corsie e ambulatori, infine, un coro contro la “104”, la legge che consente di assentarsi per assistere un familiare e che contribuirebbe a svuotare i reparti. In parecchi ospedali intanto starebbe per esplodere la grana contratti in scadenza al 31 dicembre, che rischia di sguarnire ancora di più i presidi.

 


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