Bilancio 2011, scontro in consiglio comunale Vera resa dei conti tra vicesindaco e revisori

Una resa dei conti reale, dove la posta in palio è il bilancio consuntivo 2011. E ieri il consiglio comunale è stato il teatro di uno scontro tra l’amministrazione e il collegio dei revisori contabili. «Non sono mai entrato nel merito del vostro lavoro, vorrei solo sapere se le vostre valutazioni sono valide» tuona il vicesindaco e commercialista Roberto Bonaccorsi. «Ma lei, vicesindaco, a che settore appartiene? Da assessore al Bilancio dovrebbe confrontarsi costantemente con i revisori» risponde un altro commercialista, Massimiliano Lo Certo, uno dei tre membri del collegio dei revisori contabili del Comune di Catania. Intanto la scadenza per approvare il bilancio resta il 20 novembre secondo quanto stabilito dalla Corte dei conti regionale. Perché, se entro quella data il consiglio comunale non approverà il provvedimento, subentrerà un commissario ad acta, con il rischio concreto della dichiarazione di dissesto finanziario.

Consiglio comunale, il pubblico in aula

Ormai da agosto l’amministrazione continua a ricevere pareri negativi dai tre membri dell’organo di controllo e ieri sera, davanti a ben 28 consiglieri – quasi un record -, e a una cinquantina di attoniti cittadini-spettatori, il copione si è ripetuto. «Il nostro parere non cambia, fino a poche ore fa abbiamo ricevuto altra documentazione dall’amministrazione, rilevando ulteriori incongruenze nei conti» spiega all’assemblea dei cittadini Natale Strano, presidente del collegio dei revisori. Un clima teso, che ha portato a fine seduta il presidente Marco Consoli a un rimprovero plateale rivolto ad entrambe le parti. «Voi non rispettate il consiglio comunale», ha urlato, udito distintamente dai militanti del MoVimento 5 stelle che, insieme alla neo-deputata regionale Gianina Ciancio, erano in sala armati di videocamera. «Il video della seduta andrà online, litigi compresi» annunciano i movimentisti. Del resto la corte dei conti della Sicilia, nel parere 205/2012, aveva stigmatizzato questi atteggiamenti di scontro tra amministrazione e revisori che avrebbero «causato conseguenti ritardi nell’approvazione», e la Procura di Catania ha avviato una indagine conoscitiva.

Una situazione complessa quella delle casse comunali, con «le partecipate che, se non verranno sanate, dovranno consegnare i libri contabili al tribunale» afferma Bonaccorsi. Per sanare il bilancio, però, potrebbe non bastare il piano di dismissione delle partecipate presentato due settimane fa in consiglio: un nuovo debito da 22 milioni di euro, di cui si dovrà tenere conto nel bilancio di previsione 2012 da approvare anch’esso entro fine mese, è stato infatti annunciato dall’assessore al Bilancio. Si tratta di una decisione del tribunale di Catania, una cifra dovuta quale somma di risarcimenti alla ditta Fasano costruzioni srl per «mancato godimento del bene pecuniario». Oltre cinque milioni di euro a cui aggiungere i relativi interessi e rivalutazioni Istat per il totale di 22 milioni, partiti da un debito iniziale di 708 mila euro, mai pagato dall’amministrazione comunale. La somma era stata richiesta il 31 gennaio del 1994 dalla ditta, quale dieci per cento rimanente del totale della cifra pattuita per l’acquisto di due edifici «siti in contrada Librino». Gli edifici, tra i viali Castagnola e Bummacaro, hanno all’interno un totale di 138 alloggi, i cui atti d’acquisto, firmati dai proprietari a luglio e a ottobre del 1989, potrebbero essere annullati. Chi ha riscattato gli edifici pagando le somme proprio all’amministrazione comunale, potrebbe quindi perdere la proprietà della casa. Niente da fare per l’amministrazione, che non potrà più ricorrere in appello perché fuori dai termini: la sentenza è stata depositata il 10 dicembre 2010.

«La notifica è arrivata solo una ventina di giorni fa» si difende però il vicesindaco Bonaccorsi. «Come tutti sappiamo, una sentenza di primo grado è resa operativa fin dal momento della pronuncia, quindi la ditta poteva rivalersi sul Comune in ogni momento» replica il consigliere Saro D’Agata, capogruppo del Pd, che getta benzina sul fuoco consegnando la sentenza proprio in mano ai revisori contabili. Revisori che, presenti in aula per tutta la durata della seduta, ascoltano le frecciate del vicesindaco in silenzio. «Il bilancio è stato bloccato da quattro mesi, per il parere negativo dai revisori», dichiara Bonaccorsi, che ricostruisce le tappe che hanno portato alla situazione attuale: una proposta di bilancio presentata dall’amministrazione in estate e bocciata dai revisori in data 6 agosto. «Il giorno dopo, il 7 agosto, il ragioniere generale inviava dei nuovi atti ai revisori, e il presidente Strano, giorno 8 agosto, scriveva in un nuove verbale che le incongruenze rilevate erano state chiarite» spiega l’assessore in aula. «A questo punto, mi chiedo, perché i revisori hanno poi redatto un nuovo verbale il 16 ottobre dando un parere negativo al bilancio? Un parere è un documento scritto, non un work in progress» attacca il vicesindaco rivolto ai tre revisori.

Ma secondo Strano, chiamato a rispondere dai consiglieri d’opposizione, si tratta invece proprio di «un work in progress, perché non abbiamo dati consolidati su cui fare un parere definitivo. Fino a poche ore fa l’amministrazione ci ha fornito altri dati, con altre incongruenze da aggiungere a quelle rilevate il 16 ottobre. Nel frattempo il prospetto dei debiti fuori bilancio fornito dall’amministrazione è sparito dalla nostra stanza, smarrito per motivi che non sappiamo, e nel nuovo la cifra non era più di 61 milioni e 300 mila euro, ma di 63 milioni di euro». Una differenza di un milione e 700 mila euro dunque, a cui vanno aggiunti circa 500 mila euro rilevati dai revisori nel documento del 16 ottobre.  La seduta per il voto per il bilancio consuntivo 2011 si chiude quindi alle ore 22.40, interrotta – questa volta non per mancanza del numero legale – dal presidente del consiglio comunale Marco Consoli e rinviata «a data da destinarsi, dopo che i revisori avranno fornito all’amministrazione ulteriori chiarimenti». Se non si dovesse raggiungere una intesa, il commissario Giuseppe Petralia, funzionario regionale nominato dal governo regionale di Raffaele Lombardo, è già pronto ad insediarsi.


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