Una due giorni dedicata allo sport con mazza e bicicletta, vinta dai Malaforca delle Marche e organizzata dai campioni della scorsa edizione, la squadra catanese dei Bike Pollo. Una competizione a rischio fino all'ultimo per la mancata autorizzazione dell'amministrazione etnea ad utilizzare il campo di via Ala. Un ex parcheggio abusivo rimesso in sesto dai volontari «solo con materiale riciclato». Guarda il video
Bike polo, conclusa la prima gara etnea Il sì del Comune un giorno prima dell’inizio
Sono i Malaforca di Fano, nelle Marche, i vincitori del settimo torneo nazionale Mazza doro di bike polo che si è svolto a Catania lo scorso weekend. Uno sport poco conosciuto che consiste nel colpire con una mazza la palla mentre si è in sella a una bicicletta, ma che conta numerose squadre nel capoluogo etneo. Tra queste la Bike pollo composta dai catanesi Marco Campisano, Pasquale Parafati e Federico Amore – soprannominati Scimmia, Pas e Suino, anche soci della ciclo officina ZeroNove – che hanno organizzato il torneo in quanto vincitori di quello dello scorso anno. In questa edizione solo il quarto posto per loro. Ma su 18 squadre in gara: un risultato affatto negativo.
Una competizione – organizzata da volontari e priva di sponsor – che ha rischiato di saltare fino allultimo. Lautorizzazione dellassessore competente del Comune di Catania a utilizzare il campo di via Ala, vicino al carcere di piazza Lanza, «è arrivata solo il giorno prima» dell’inizio del torneo, spiega Davide De Rose, uno degli organizzatori. Uno spazio in cui hanno giocato con mazza e bicicletta, ma che in realtà è un ex parcheggio abusivo riadattato. I ragazzi hanno pulito, decespugliato, delimitato e messo in sicurezza. «Abbiamo fatto un grande lavoro solo con materiale riciclato, soprattutto legno – continua – Siamo molto soddisfatti».
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Il video di Gianluca Ricceri della Mazza d’oro edizione 2011
Un torneo itinerante che ogni sei mesi si sposta nella città dei vincitori. Finora solo in Italia, considerata l’assenza di squadre composte interamente da giocatori stranieri. Sull’argomento, il dibattito interno è in corso. Se per qualcuno non è un problema leventuale travalico delle Alpi, per altri, invece, sarebbe preferibile che la Mazza doro rimanesse sempre in Italia. «La nostra è una comunità molto democratica dice Pasquale Parafati – Se il movimento si sta muovendo in una direzione, non rimane che metterlo su carta. Limportante è stare insieme e divertirci».
Un modo per fare sport, dunque, ma soprattutto un momento di festa, convivialità e amicizia che, come il rugby, prevede il terzo tempo. «Il bike polo e tutto quello che ci sta attorno è diventata una droga per me» dice Valerio DAndrea della squadra Li carbonari di Roma, arrivata seconda in finale ma con il nome di Guacarbonari. Merito della presenza, occasionale, di un ragazzo di Bruxelles, ospitato da Valerio e giocatore nella squadra Guacapolo. D’Andrea ha scoperto per caso il bike polo nel 2008 e da allora non è più riuscito a farne a meno. «Mi sono sposato una settimana fa e sono venuto in viaggio di nozze a Catania per il trofeo Mazza doro» ammette.