“Basta con questi precari dei Comuni siciliani, non se ne può più!”

SECONDO IL ‘TAVOLO PER LE IMPRESE’, LA REGIONE NON PUO’ BRUCIARE, NEI PROSSIMI TRE ANNI, 930 MILIONI DI EURO PER PAGARE PERSONE “CHE NON HANNO VINTO ALCUN CONCORSO”.
GIUSEPPE URSINO: “L’ASSISTENZIALISMO NON PORTA BENESSERE”

“L’assistenzialismo è una scorciatoia che è sempre piaciuta ai politici siciliani. Creare sviluppo vero, invece, è molto più difficile. È una strada lunga e tortuosa che impone capacità, autorevolezza e competenze difficili da trovare”.
Non usano mezze parole, gli imprenditori del ‘Tavolo per le imprese’, che criticano la decisione del Governo regionale di Rosario Crocetta di prorogare per altri tre anni il contratto dei 24 mila precari degli enti locali dell’Isola.
Una scelta che viene ritenuta “condivisibile solo sul piano della solidarietà”, ma “fortemente discutibile se si pensa alle reali esigenze della Sicilia”. Il ‘Tavolo’ individua un modello di classe politica cosciente e coraggioso che sia impegnato, in primo luogo, ad intercettare risorse economiche da investire nella realizzazione di nuove infrastrutture e nella riqualificazione di quelle esistenti.
“È la stessa politica di sempre – afferma il facilitatore del ‘Tavolo’ Giuseppe Ursino –. L’assistenzialismo non porta alcun tipo di benessere. Piuttosto che insegnare a respirare con i propri polmoni permette a dei privilegiati, perché i precari non hanno vinto nessun concorso, la possibilità di continuare a respirare per un po’ attraverso bombole di ossigeno temporanee. Per poi tornare in apnea, rimanendo schiavi della mala politica. Dall’ingresso dell’articolo 23 di tanti anni fa si gioca sulla pelle di questi ex giovani una partita sporchissima”.
Purtroppo è difficile dare torto a Ursino. Perché i giovani che entrano nel circolo vizioso del precariato perdono la capacità di misurarsi con i problemi del vero mondo del lavoro produttivo, per diventare tanti “Oblomov”, il personaggio di un celebre romanzo di Ivan Aleksandrovi? Gon?arov, che vive – o meglio, si lascia vivere senza vivere – consegnandosi al suo servitore Zachar, “senza il quale non riesce neanche ad indossare le scarpe e gli stivali”. 
“Il costo complessivo dell’operazione precari degli enti locali siciliani – si legge nel comunicato del ‘Tavolo’ – ammonta a 930 milioni di euro spalmati nei prossimi tre anni. Risorse recuperate, secondo il governatore della Regione, grazie al risparmio effettuato attraverso la lotta agli sprechi compiuta dalla sua amministrazione.
“Sia ben chiaro la colpa non è di Crocetta – continua l’imprenditore catanese – ma di quelli che c’erano prima di lui negli scorsi decenni e di ogni famiglia e colore politico. La sua responsabilità risiede nella mancanza del coraggio necessario a porre un freno definitivo a questo sistema. I precari sono privilegiati e al contempo vittime di questo cinico modello, creato ad arte da chi vuole schiavi e non cittadini liberi”.
“È tempo di una nuova classe politica – conclude Ursino – molto più giovane e alleggerita dalle pesanti ideologie figlie del passato”.

 

 

 

 

 

 


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