Base e simpatizzanti di Sel festeggiano con Orlando

Nel quartiere generale di Leoluca Orlando, stasera, a festeggiare la vittoria del nuovo sindaco di Palermo ci sono tanti dirigenti e soprattutto militanti di Sel di Vendola. La cosa è un po’ insolita, perché questo partito – o meglio, i vertici di questo partito, contro la volontà della base – hanno sostenuto sia al primo turno, sia al ballottaggio Fabrizio Ferrandelli. Ma, per l’appunto, la base non ha seguito il partito e ha votato in massa per Orlando.

Difficile parlare con loro. Tutti hanno qualcosa da dirci. Tutti sono felici della vittoria di Orlando. Ma tutti hanno molto da recriminare verso la gestione del partito. Decidiamo, così, di raccogliere da tutti le testimonianze. Il ragionamento che segue è, quindi, un ragionameto comune di tutti quelli che stasera festeggiano con Orlando.

Questi dirigenti e militanti di Sel chiedono, in primo luogo, le dimissioni del segretario regionale del partito, Erasmo Palazzotto, e del segretario del partito a Palermo, Sergio Lima. Questi due dirigenti – ci dicono in coro i tanti iscritti e militanti – non hanno saputo interpretare la volontà della base del partito. La loro è stata una gestione verticistica e politicamente suicida.

Va detto – ad onor di cronaca – che questi dirigenti e militanti di Sel hanno contestato subito la scelta adottata dal partito, quando ha deciso di non appoggiare Orlando e di appoggiare Ferrandelli al primo turno. Ci ricordano che in un’assemblea del partito hanno, già allora, detto “no” a un’opzione che sembrava “scellerata”.

“Noi – ci dicono in coro – eravamo già allora e siamo ancora oggi contrari a un’alleanza del nostro partito con il Pd di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia.Lo abbiamo detto e ribadito a chiare lettere. Non ci piace la loro linea politica. Non ci piaceva e non ci piace l’idea di trovarci alleati del presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. Nell’operare questa scelta Palazzotto e Lima si sono assunti una grave responsabilità politica”.

Facciamo notare che la scelta di appoggiare Ferrandelli, Cracolici e Lumia possa essere stata adottata da Nicki Vendola in persona, cioè dal leader nazionale del partito.

“Non è così – ribattono in coro militanti e dirigenti di Sel -. Perché un gruppo dirigente nazionale non adotta decisioni contrarie ai propri dirigenti locali. Il problema sono stati e sono i dirigenti regionali e di Palermo del nostro partito. Sono loro che hanno sbagliato. E sono loro che ne debbono prendere atto e si devono dimettere. Noi chiediamo soltanto il rispetto delle regole della democrazia”.

Tra un abbraccio, un sorriso e tanti applausi ad Orlando e alla sua nuova giunta, militanti e iscritti di Sel di Palermo ricordano che, per colpa dei dirigenti del loro partito, la federazione della sinistra, oggi, non è rappresentata a Sala delle Lapidi, la sede del Consiglio comunale di Palermo. I dati sono lì a dimostrarlo. la federazione dei verdi e della sinistra (Rifondazione comunista) si fermano, al primo turno, al 4,7 per cento. Mentre Sel, insieme con Ferrandelli, supera di poco il 2 per cento. Nessuno dei due gruppi raggiunge il 5 per cento, che è lo sbarramento che bisogna raggiungere per avere accesso in Consiglio comunale.

Divisi, insomma, questi due partiti hanno perso una grande occasione. Insieme, infatti, avrebbero superato senza problemi lo sbarramento del 5 per cento. Considerato il premio di maggioranza, hanno di fatto rinunciato a oltre 12 consiglieri comunali.

Ma, a parte il dato numerico in Consiglio comunale, c’è un dato politico che è ancora più importante. Il Pd di Palermo, alla fine, si è fermato al 7 per cento o giù di lì. E’ probabile che la sinistra unita avrebbe superato il Pd.

E’ stato questo a convincere ‘qualcuno’ a tradire la base di Sel e a spostare il partito su Ferrandelli, Cracolici e Lumia? Forse ‘qualcuno’, che si aspettava il crollo del Pd di Palermo, non voleva che a Palermo prendesse piede un vero partito della sinistra?

Sono domande inquietanti. Ma sono domande legittime. Alle quali i vertici di Sel regionali e di Palermo farebbero bene a rispondere.

 

 

Giulio Ambrosetti

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