Strage di Altavilla, Barreca torna in carcere. L’avvocato: «Non dovrebbe, è affetto da delirio mistico»

È stato rinviato a giudizio e tornerà in carcere Giovanni Barreca. L’uomo è accusato, insieme alla oramai ex coppia di fanatici religiosi Sabrina Fina e Massimo Carandente, della strage di Altavilla Milicia. Quella in cui, all’interno della villetta familiare della cittadina del Palermitano, sono stati torturati e uccisi Antonella Salomone – che di Barreca era la moglie – e i loro figli Kevin (di 16 anni) ed Emmanuel (di 4 anni). Sul rinvio a giudizio di Barreca c’è un ricorso in Cassazione presentato dal suo avvocato difensore Giancarlo Barracato.

«Il mio assistito – sottolinea il legale a MeridioNews – in seguito a una perizia psichiatrica, è stato riconosciuto incapace di intendere e di volere. Affetto da una forma cronica di delirio mistico». Per questo, dal carcere era stato trasferito in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). Una struttura sanitaria che ospita persone affette da patologia psichiatrica. «Lì Barreca sta seguendo un percorso con una terapia psicologica e farmacologica – aggiunge l’avvocato – che non potrà proseguire in carcere, dove tornerà già nei prossimi giorni». Nel corso dell’udienza di oggi, infatti, il giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese Gregorio Balsamo lo ha rinviato a giudizio con l’accusa di triplice omicidio volontario. A ritenerlo non imputabile era stato un altro gip, ma il Riesame aveva poi accolto il ricorso della procura secondo cui l’uomo, pur essendo parzialmente incapace, resta comunque imputabile. Adesso, di deve attendere la decisione della Cassazione. «Aspettiamo l’esito – continua l’avvocato Barracato – ma credo che la posizione di Barreca possa essere stralciata».

Oltre ai tre, è accusata degli stessi reati anche Miriam Barreca (figlia e sorella della vittime) che all’epoca dei fatti era ancora minorenne. Per lei si attende la decisione del giudice per l’udienza preliminare del tribunale per i minorenni sulla capacità di intendere e di volere al momento della strage. Secondo quanto è stato ricostruito dagli inquirenti, tutti avrebbero agito «in preda a una forma di delirio mistico» e «in esecuzione della volontà di Dio per allontanare i demoni presenti all’interno del nucleo familiare». Il difensore di Barreca riporta che «il mio assistito ha ammesso di essere presente ma ha sempre affermato di non avere mai partecipato: era imbambolato e incapace di agire». Sabrina Fina sembra intenzionata a volere parlare. Almeno così ha riferito il legale che la assiste alla fine dell’udienza. «Ribadisce la sua estraneità – dice l’avvocato Franco Critelli – Forse chiederemo l’interrogatorio di garanzia perché venga fuori la verità su quanto successo nella villetta».

Stando a quanto emerso finora, all’interno della villetta in contrada Granatelli – sulle cui pareti sono state trovate diverse frasi prese dalla Bibbia – ci sarebbero stati giorni di sevizie sulle tre vittime con un asciugacapelli rovente, alcuni attrezzi da camino incandescenti e pure una padella. «Chiediamo giustizia per i nostri nipoti e per nostra figlia. Non ci fermeremo», dicono i genitori e i fratelli di Antonella Salamone che non credono nell’infermità mentale di Barreca e che si sono costituiti parte civile. La richiesta di costituzione di parte civile nel processo da parte del Comune di Altavilla Milicia è stata invece respinta dal giudice per le indagini preliminari.


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