L'avvocato, giudice onorario al tribunale, è stato denunciato lunedì scorso dalla polizia stradale per aver travolto un 80enne in bici e non essersi fermato a prestare soccorso. Dopo la diffusione del video, interviene per difendersi: «Ho sentito qualcosa che ha urtato il cofano, ma appena ho alzato lo sguardo non ho visto nulla»
Barcellona, il giudice Manca travolge un ciclista Difesa: «Ero distratto, pensavo fosse un volatile»
Ha scelto di parlare alla stampa Gianluca Manca, il giudice onorario del tribunale di Barcellona, che è stato denunciato lunedì scorso dalla polizia stradale dopo aver travolto un ciclista a Barcellona. Grazie anche alle immagini registrate da alcuni sistemi di videosorveglianza, la polstrada è risalita al modello dell’autovettura e quindi all’identità di Manca che all’incrocio tra viale degli Aranci e Via Generale Cambria, non fermandosi allo stop, ha investito un uomo a bordo di una bicicletta, e si è poi dileguato senza prestare soccorso. L’uomo di 80 anni ha riportato ferite giudicate guaribile in 30 giorni.
Lesioni personali, fuga e omissione di soccorso i reati contestati a Manca che tramite un comunicato stampa spiega di essere «costernato per quanto accaduto». «Sin da quando sono stato chiamato dalla polizia stradale e ho riconosciuto la mia vettura – afferma – ho subito ammesso le mie responsabilità nell’incidente, che è stato causato da una mia imperdonabile distrazione alla guida».
Manca spiega quindi che stava «armeggiando con il lettore cd (che si trova in basso, lato passeggero) e non guardavo la strada, tant’è che non mi sono fermato completamente allo stop. So che è difficile da credere, ma non mi sono reso conto di nulla – prosegue -. Ho sentito qualcosa che ha urtato il cofano o il parabrezza dell’auto, ma appena ho alzato lo sguardo non ho visto nulla. Così ho proseguito, avendo la sensazione che fosse stato un volatile». Conclude poi che se si fosse accorto di aver investito una persona si sarebbe certamente fermato. Non c’era alcuna ragione per non farlo.
«Sono profondamente dispiaciuto per la sofferenza causata al signor Biondo e alla sua famiglia, alla quale tenevo a porgere le mie scuse personalmente». L’avvocato Giuseppe Sottile, che assiste Manca, ci tiene a precisare che il suo assistito è «amareggiato per la campagna denigratoria che si è scatenata sui social, anche a causa della divulgazione del video dell’incidente, che ha suscitato commenti ed illazioni sgradevoli e infondate, alcune anche di carattere diffamatorio». Specifica quindi che «il video che sta girando, peraltro, non è assolutamente fedele all’originale in quanto la scena viene vista molto più rallentata di quanto non lo sia nella realtà, con ciò dando una percezione falsata della dinamica dei fatti».
Manca, come afferma il suo legale, è stato chiamato in commissariato mercoledì 15 novembre, «ossia ben cinque giorni dopo l’incidente, e che solo in quel momento egli ha potuto notare per la prima volta gli impercettibili graffi sulla parte anteriore del cofano. In pratica avrebbe avuto tutto il tempo di farli verniciare», conclude l’avvocato.
Gianluca Manca è fratello di Attilio, l’urologo barcellonese trovato morto l’11 febbraio del 2004 in circostanze misteriose a Viterbo. Per i magistrati del Tribunale di Viterbo si trattò di suicidio, ma la famiglia si è sempre opposta a questa ipotesi, sostenendo invece che l’urologo sia stato ucciso per coprire un intervento che il medico eseguì su Bernardo Provenzano a Marsiglia, durante la sua latitanza.