A fine 2018 la richiesta della Regione di dichiarare lo stato di emergenza in sei aree della città era stata respinta. Adesso i due partiti provano a dialogare per un fronte più ampio. Musumeci: «Condizione da terzo mondo che solo chi non vuole vederla non vede»
Baracche Messina, nuovo tentativo per stato d’emergenza Forza Italia e Pd chiedono a Roma gestione commissariale
«Sembra un’area terremotata». Questa l’impressione che hanno fatto le baracche di Messina all’ex ministra Mariastella Gelmini che ieri mattina ha effettuato un sopralluogo nelle favelas dello Stretto. E alla fine del sopralluogo ha annunciato che il gruppo di Forza Italia sta lavorando a una proposta di legge affinché «il governo dichiari lo stato di emergenza, stanzi le risorse e consenta di risolvere l’assurda situazione delle baraccopoli a Messina: un’emergenza sociale, ambientale e sanitaria».
Sarebbe il secondo tentativo nel giro di poco tempo, dopo quello bocciato a fine 2018 dal primo governo Conte. Quella proposta fu portata in Parlamento dall’onorevole Matilde Siracusano, che chiedeva il riconoscimento dello stato di calamità naturale che però non è stato concesso. Perché non fu riconosciuta l’emergenza igienico sanitaria indicata dall’amministrazione. «La situazione – spiegava il capo del dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli – risulta essere la conseguenza di una condizione preesistente da anni e divenuta cronica anche a seguito della mancanza di interventi. Peraltro, le situazioni di degrado urbano dovute in gran parte anche a fenomeni incontrollati di abusivismo edilizio non prontamente risolti, sono comunemente diffuse in molte realtà delle periferie italiane e non possono essere oggetto di un intervento del Sistema nazionale di protezione civile».
Cos’è cambiato adesso? Nulla, se non una possibile più ampia convergenza politica in Parlamento. Di mercoledì sera è infatti la notizia che anche il parlamentare Pd Pietro Navarra ha presentato una proposta di legge per la gestione commissariale del risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina. La proposta prevede uno stanziamento complessivo di 230 milioni di euro (50 milioni per l’anno 2020 e di 90 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022) per assicurare la realizzazione di quegli interventi indifferibili ed urgenti che permettano il definitivo superamento dell’emergenza sociale. E la nomina di un commissario.
«Ora che anche Il Pd si è fatto promotore di una sua proposta – sottolinea Siracusano – siamo certi che si potrà instaurare una collaborazione che ci permetta di lavorare insieme a un testo che stavolta non verrà bocciato. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione per risolvere questo problema ed evitare che venga nuovamente bocciata la proposta che presenteremo».
«Sono fiducioso che questo governo riserverà le dovute attenzioni al degrado in cui si trovano da oltre 100 anni certe aree di Messina», ha detto Navarra. Sull’argomento è però intervenuto il governatore siciliano Nello Musumeci che – pur apprezzando «la volontà dei parlamentari di Forza Italia di riproporre al governo nazionale un intervento, assieme a quello operato nel 2018 dal mio governo regionale, per cancellare la vergogna della baraccopoli nella città dello Stretto» – ricorda che all’epoca il governo Conte «si è rifiutato di condividere la nostra richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza per Messina».
La giunta regionale aveva approvato un’apposita delibera chiedendo la dichiarazione del gravissimo stato di emergenza per sei zone della città: Annunziata, Giostra-Ritiro-Tremonti, Camaro, Fondo Saccà, Bordonaro-Gazzi-Taormina e Santa Lucia. Aree che si estendono per oltre 230mila metri quadrati e nelle quali sono presenti baracche e casette degradate, molte abusive, che ospitano 6.400 persone. «Speriamo che Roma – continua Musumeci – possa ora cambiare idea perché Messina non può più aspettare: lo fa da oltre cento anni. La delibera del mio governo per noi era un atto dovuto e sentito. Del resto, la situazione di gravissimo degrado igienico-sanitario-ambientale di una vasta area della città è strutturale ed è sotto gli occhi di tutti. Una condizione da terzo mondo che solo chi non vuole vederla non la vede».
Ieri a Messina insieme alla Gelmini, c’erano anche i parlamentari di Forza Italia Stefania Prestigiacomo, Nino Germanà e Francesco Scoma. A guidare gli onorevoli il vicesindaco Salvatore Mondello, l’assessore al Sociale Alessandra Calafiore e il presidente dell’agenzia ArisMe, Marcello Scurria. Al termine del sopralluogo i parlamentari forzisti hanno ribadito il loro impegno in Parlamento per favorire la soluzione di questo annoso problema. «Siamo qui – ha detto Gelmini – non per fare una denuncia o per fare propaganda. Ci interessa dare il nostro contributo affinché dopo l’impegno della Regione – che ha già dichiarato lo stato di emergenza e ha stanziato 50 milioni di euro – anche il governo si muova».