Bagheria, da 14 anni senza trasporto pubblico: tra fondi persi, strisce blu e contenziosi

Quattordici anni senza un servizio di trasporto pubblico. Solo nel 2021, con un timido tentativo di ripristino, si è visto circolare qualche autobus per le strade del Comune di Bagheria. Per il resto, la comunità del Palermitano con quasi 53mila abitanti resta sprovvista di un servizio non obbligatorio, ma essenziale per la qualità della vita dei residenti e l’accessibilità dei turisti ai luoghi d’interesse. Conseguenza di uno stallo cominciato nel 2011, quando il Comune di Bagheria, all’epoca guidato dal sindaco Vincenzo Lo Meo, cessa il suo rapporto con la società Ast perché i conti sono in rosso. Soluzione: tagliare i servizi non obbligatori, anche se essenziali. Con il risultato di andare comunque in dissesto finanziario nel 2014. E di un contenzioso con l’Ast. Il sindaco viene sfiduciato e il Comune commissariato.

Il tentativo di copiare il modello Genova

Alle successive elezioni del 2014, il nuovo primo cittadino è Patrizio Cinque, con il Movimento Cinque Stelle. «Quando mi sono insediato, eravamo destinatari di un finanziamento europeo e abbiamo deciso di destinare 800mila euro all’acquisto di alcuni autobus, per riattivare il servizio a Bagheria con forme più economiche – racconta a MeridioNews Patrizio Cinque -. Nel 2017, inoltre, abbiamo approvato il piano urbano di mobilità sostenibile (PUMS), che prevedeva al suo interno un trasporto pubblico locale misto, con due tratte per tutta la città e un servizio complementare di trasporto pubblico a chiamata. Adeguandoci al modello Genova». Ma gli autobus andavano anche mantenuti e il problema dei fondi, intanto, rimaneva. È così che la giunta decide di inserire le strisce blu in alcuni punti della città. Con il doppio risultato di arginare i parcheggi creativi in doppia fila e provare a fare cassa da reinvestire nel trasporto pubblico.

Dalle strisce blu alla crisi dell’Ast

«Attiviamo le strisce blu e le affidiamo ad Amb, partecipata del Comune di Bagheria, creata da noi come società multiservizi che, innanzitutto, si occupava della raccolta dei rifiuti urbani – spiega ancora l’ex sindaco Cinque -. Ma quella società doveva e poteva fare anche altro». Come, appunto, il servizio di gestione della mobilità urbana sostenibile, tra cui la sosta a pagamento. «In questo modo abbiamo recuperato, nel primo anno, oltre 100mila euro. Soldi destinati a coprire il servizio di trasporto pubblico locale, così da non gravare troppo sulle spalle del Comune». Intanto, però, siamo al 2019 e si torna al voto. La nuova amministrazione comunale, guidata da Filippo Tripoli – candidato di una lista civica, ma passato alla Dc in corso d’opera – rimuove subito le antipatiche strisce blu. Con i guidatori felici, ma i fondi per il trasporto pubblico di nuovo a secco.

«Nel frattempo, nel 2021, l’amministrazione perde il finanziamento di 800mila euro per l’acquisto degli autobus – ripercorre ancora Cinque -. È allora che l’amministrazione stipula un contratto con Ast, l’azienda di trasporto regionale, con cui pure aveva un contenzioso. Il nuovo accordo dura circa un anno. Con i cittadini che non si sono mai accorti della riattivazione del servizio». E non faranno in tempo ad accorgersene. Perché la sfortuna sembra accanirsi con i cittadini appiedati di Bagheria e, proprio nel 2021, Ast entra in crisi. Interrompendo il servizio di trasporto pubblico locale in tutti i paesi siciliani che aveva servito fino a quel momento. Così Bagheria torna ad essere, stavolta non per sua scelta, senza autobus.

L’immobilismo di oggi

Ad oggi, ancora nulla è stato fatto per sanare la situazione. È stato attivato l’anello ferroviario che collega Bagheria a Palermo ma, dentro la cittadina, continua a non esistere il trasporto pubblico. «È stato attivato il servizio di scuolabus che viaggia da Bagheria ad Aspra al prezzo esorbitante di 149mila euro – chiarisce ancora Cinque -. Un’operazione condotta con l’avallo dell’assessore regionale Edy Tamajo, che si occupa di Attività produttive, anziché da Alessandro Aricò, titolare dei Trasporti. Uno strano caso non troppo infrequente nelle nostre città». Per l’ex primo cittadino, la soluzione sarebbe attuare il Pums, il piano urbano di mobilità sostenibile. Oppure, «ragionare come una vera area metropolitana – conclude – e quindi sedersi al tavolo con Palermo e chiedere di utilizzare le stessa partecipata, cioè l’Amat». Qual è, invece, l’idea dell’attuale primo cittadino? Lo abbiamo chiesto a Filippo Maria Tripoli e attendiamo la sua risposta.


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