Azzurra, di Salvatore La Porta – Villaggio Maori Edizioni, 2006. (www.villaggiomaoriedizioni.it)
Azzurra è un colore.
È un nome.
È una ragazza. La protagonista del secondo racconto del siracusano Salvatore La Porta.
La dimensione dei colori, la loro importanza, è forte e presente già nellillustrazione di copertina, a cura di Maria Giovanna Gorgone, come del resto nelle altre illustrazioni presenti alla recente presentazione del libro, nei locali della libreria La Maieutica, a Catania, lo scorso 27 novembre.
Azzurra è una ragazza mulatta dagli occhi larghi e tondi, occhi azzurri che annullano lesistenza del resto del suo corpo.
La gente non la guarda se non negli occhi, con un misto di paura, disprezzo, sorpresa. E se è vero che gli occhi sono lo specchio dellanima, i suoi occhi azzurri cristallini trasparenti sono invece impenetrabili. La gente vede in essi ciò che vuole vedere, cioè il demonio (come un capro espiatorio), e lei preferisce tenerli bassi, come se in questo modo diventasse invisibile, innocua, inattaccabile.
Dentro tutto il racconto striscia lottusità della società, che a volte si ferma alla superficie delle cose, formulando le sue proprie teorie, piuttosto che interrogarsi sul perché delle cose, sulla natura delle persone, quella vera.
Azzurra sa che la gente attorno a lei non la vede di buon occhio, anche se forse non ne capisce il motivo. Ma va avanti per la sua strada, sola, in silenzio, finché non incontra allimprovviso laltro protagonista della storia, Ambrogio. I due hanno in comune uninfanzia e adolescenza infelici. Scherniti, emarginati, silenziosi.
Lui resta impietrito di fronte a lei, lui, che ha già problemi a dormire, si sente ancora più perduto: Questa sera, la prego, mi conceda di dormire, è la frase che Ambrogio riesce infine a dire ad Azzurra, e da lì inizierà una relazione tormentata.
Perché se lui è lunico a guardarla per quello che è, e non per lattrazione quasi ipnotica dei suoi occhi, allo stesso tempo, come tutti gli altri, ne ha paura.
Proprio quando ad Azzurra sembra di poter vivere tranquillamente la propria vita, senza preoccuparsi di ciò che la gente, maligna, pensa e dice di lei, ecco che tutto crolla in un attimo.
Inaspettatamente.
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