Avrebbe procurato tritolo per Di Matteo Arrestato il boss Vincenzo Graziano 

La guardia di finanza di Palermo all’alba di oggi è stata impegnata in un’operazione mirata alla ricerca di armi ed esplosivo nel mandamento mafioso di Resuttana. Nel corso dell’operazione, disposta dalla Procura distrettuale antimafia del capoluogo siciliano, è stato fermato Vincenzo Graziano, 53 anni, ritenuto «reggente» del mandamento palermitano di Resuttana dopo l’arresto di Vito Galatolo, 41 anni, oggi collaboratore di giustizia. Impegnati – nelle prime ore di questa mattina – oltre 120 militari del nucleo speciale polizia valutaria e del comando provinciale di Palermo. Eseguite decine di perquisizioni.

Arrestato lo scorso 23 giugno nell’ambito dell’operazione «Apocalisse», Graziano era poi tornato in libertà a luglio. Il provvedimento di fermo, per il reato di associazione mafiosa, è stato firmato dal Procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi, Dario Scaletta e Roberto Tartaglia.


Nelle scorse settimane, dopo le inquietanti rivelazioni di Galatolo, è scattata la ricerca all’esplosivo indirizzato al pm Nino Di Matteo. E proprio un mese fa è stata messa sottosopra la campagna monrealese di Vincenzo Graziano. Il terreno è stato setacciato centimetro per centimetro anche con l’uso dei metal detector. Gli inquirenti stanno cercando di inquadrare pure il momento in cui i boss avrebbero deciso l’attentato. Potrebbe essere dicembre 2012, quando Vito Galatolo (u picciriddo, ufficialmente residente a Mestre), poteva tornare per seguire i processi. Due i summit ricostruiti nel blitz Apocalisse, uno a Partanna Mondello e uno nella zona di via Lincoln. Fu in queste occasioni che venne apparecchiato l’attentato contro Di Matteo. Da qui la messa in moto dei meccanismi di protezione e la caccia al nascondiglio nel quale sarebbe stato nascosto l’esplosivo.


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