Le indagini si concentrano sull'ex fidanzato di una delle due figlie della vittima, che è ancora ricercato. «Dobbiamo lavorare per trasmettere ai giovani i valori fondamentali», commenta a MeriodioNews l'assessora Simona Caldararo che conosceva la donna
Avola, continuano ricerche dell’omicida dell’infermiera «In quel reparto difficile accoglieva tutti con un sorriso»
Non ci sono ancora fermi per l’omicidio di Loredana Lopiano, l’infermiera 47enne uccisa questa mattina intorno alle 7.30 ad Avola davanti alla porta di casa, in via Savonarola, in una zona periferica ma residenziale della città. Gli inquirenti sono ancora impegnati nella ricerca del giovane ritenuto responsabile dell’omicidio della caposala del reparto di Oncologia dell’ospedale avolese Di Maria.
La dinamica sembra chiara, almeno in parte: il ragazzo, ex fidanzato di una delle due figlie della vittima, stamattina si sarebbe appostato sotto l’abitazione. Quando la donna ha aperto la porta, forse nell’intento di allontanarlo, lui avrebbe reagito accoltellandola. A sentire i lamenti della signora, originaria di Caltanissetta ma da anni residente nella cittadina del Siracusano, sarebbe stata la figlia minorenne che si trovava in casa impegnata a prepararsi per andare a scuola. La ragazza, però, non avrebbe assistito al delitto ma sarebbe accorsa successivamente a soccorrere la madre.
«Conoscevo personalmente Loredana da tanti anni e sono ancora molto provata e scossa da quanto accaduto – racconta a MeridioNews l’assessora alle Politiche sociali, Simona Caldararo – Sono volontaria in ospedale e ho prestato servizio anche in Oncologia, dove lei era caposala. Entrare in quel reparto non è mai semplice per nessuno – continua – ma lei era capace di accogliere tutti: pazienti, colleghi, medici e volontari con il sorriso gentile che la caratterizzava. Per me e per tutta la comunità questa tragedia è anche una grande perdita».
Poi, nel suo ruolo da amministratrice, Caldararo spiega che «appena due giorni fa abbiamo fatto una riunione con le volontarie del centro antiviolenza per iniziare a lavorare a dei progetti per sensibilizzare i ragazzi delle scuole in vista anche della giornata mondiale contro la violenza sulle donne». «C’è qualcosa che non va nei valori che stiamo trasmettendo ai nostri giovani – analizza – e dobbiamo lavorare di più per coinvolgere le famiglie. Nessuno si può arrogare il diritto di togliere la vita a un’altra persona – conclude – l’importante, in questo momento, è che la giustizia faccia il suo corso».
Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Tommaso Pagano. Gli agenti del commissariato di Avola, già questa mattina, hanno trovato in strada l’impugnatura del coltello – senza la lama – utilizzato dall’assassino. A carico del giovane ricercato non risultano esserci precedenti di polizia, né ci sarebbero nei suoi confronti denunce o segnalazioni alle forze dell’ordine da parte della famiglia della vittima.
«Da amministratore pubblico ma soprattutto come uomo e padre di famiglia – dice il sindaco di Avola, Luca Cannata – credo che sia necessaria una presa di coscienza nell’educare le nuove generazioni al rispetto dei valori umani. Per questo ritengo necessario continuare con le campagne di sensibilizzazione indirizzate ai più giovani, che dovranno coinvolgere ancora una volta le scuole, perché – conclude il primo cittadino – è opportuno ricordare ai nostri ragazzi quanto la vita sia preziosa».