«Viaggiavo in una delle gallerie non illuminate, mi sono trovato una Ford scura messa di traverso sulla carreggiata, era sbandata prima. Urto violentissimo, la mia Golf si è schiantata due, tre volte sul guardrail, capovolgendosi, ed è completamente distrutta. Io e mia moglie siamo vivi per miracolo divino». L’ennesimo incidente sull’autostrada Catania-Siracusa, dove diverse gallerie sono prive di illuminazione a causa dei furti di rame, si è verificato ieri nel tardo pomeriggio. Protagonista Giuseppe Barone, storico e docente dell’Università di Catania, che racconta, ancora dolorante e incredulo, quanto vissuto ieri sera. L’uomo, insieme alla moglie, è stato trasportato all’ospedale di Lentini dove entrambi sono stati medicati: nonostante la dinamica dell’incidente, gli sono state riscontrate solo poche escoriazioni e qualche ammaccatura.
«È una situazione criminale – commenta il docente -, ci hanno salvato la vita gli airbag, le cinture di sicurezza e la solidità della vettura. Grazie alle gallerie non illuminate dell’autostrada io e Marisa stasera siamo rinati di nuovo». Barone viaggiava a bordo della sua Golf quando, nell’ultima galleria prima dello svincolo per Augusta, in direzione Siracusa, si è ritrovato un’auto scura che non ha potuto evitare. «Un pirata della strada – ricostruisce – ha superato il giovane che guidava la macchina davanti alla mia, lo ha stretto e il ragazzo ha sbandato, finendo in mezzo alla carreggiata. La macchina si è spenta, lui ha avuto la prontezza di riflessi di abbandonare l’auto e mettersi in salvo, dopo circa 30-40 secondi sono arrivato io. Lo avrei ucciso».
La Golf di Barone e della moglie, a una velocità di 110-120 chilometri orari, centra in pieno la vettura rimasta in mezzo all’autostrada e, dopo ripetute carambole, finisce capottata. «Siamo rimasti intrappolati nell’abitacolo con le chiusure bloccate e a testa in giù, respirando fumo nero e intossicandoci finché la polizia non ha fracassato i vetri per farci uscire. Eravamo lucidi – continua il docente – ho pensato che stavo per morire, che un’altra auto avrebbe potuto tranciarmi le gambe o chissà cosa». Invece a salvarli sono stati gli agenti, estraendoli dall’abitacolo e chiamando i soccorsi. «All’ospedale di Lentini, il medico mi ha raccontato che è una tragedia quotidiana – racconta Barone -, che arrivano spesso feriti a causa di incidenti nelle gallerie. E perfino la polizia ci ha detto che quello che è successo a me non è colpa di nessuna delle auto coinvolte».
L’Anas, nei giorni scorsi, ha confermato la mancanza totale di illuminazione nelle gallerie Filippella, San Fratello e Cozzo Battaglia, in entrambe le direzioni. Ma anche altri tratti sono al buio: la galleria San Demetrio per 600 metri in entrambe le direzioni, dal chilometro 6,6 al chilometro 7,2; la galleria Serena, per un terzo della lunghezza, 400 metri sui 1.200 complessivi. Colpa, a detta dell’agenzia nazionale che gestisce l’A18, dei furti di rame che, solo negli ultimi mesi, avrebbero causato danni per cinque milioni di euro. L’Anas ha pubblicato un bando di gara con procedura di accordo quadro per un investimento complessivo di 60 milioni di euro, destinato a tutto il territorio nazionale. Un terzo di questa cifra, pari a 20 milioni, è destinato alla rete in Sicilia.
«Non si possono tenere al buio chilometri e chilometri di autostrada – conclude il professore Barone – dovrei fare causa alla Regione? Per poi, forse, avere un risarcimento tra dieci anni? Qui parliamo di vite umane, è una situazione criminale».
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