Autorità portuali, salva autonomia Messina-Milazzo Crocetta può rinviare accorpamento con Gioia Tauro

Ieri pomeriggio il Consiglio dei ministri ha deliberato il testo che da vita alla riforma delle Autorità portuali. Confermando la possibilità per i presidenti delle Regioni interessate di chiedere il rinvio degli accorpamenti fino a un periodo di tre anni. A chiederla sarà sicuramente il governatore Crocetta per i porti di Messina e Milazzo, che dovrebbero far sistema unico con i porti calabresi, con Gioia Tauro capofila. Una volta definite le nuove autorità portuali il presidente siciliano non aveva nascosto la preoccupazione che l’unione virtuale tra i porti calabresi e quelli siciliani avrebbe potuto favorire le infiltrazioni delle ‘ndrine negli affari portuali isolani. 

Ma nella riforma esitata ieri c’è una novità. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Luca Lotti, ieri a Taormina, ha confermato la possibilità che tra un anno i due porti siciliani costituiscano una autorità portuale autonoma. «La riforma dei porti era indispensabile, dovevamo ridurre le Autorità – ha dichiarato -. Questo però non vuol dire che non abbiamo avuto attenzione per le vicende relative a quei porti come Salerno o Messina-Milazzo, che godono di ottima salute e che vanno difesi nelle loro prerogative e nell’autonomia gestionale e finanziaria». 

Ecco quindi la possibilità della deroga che il presidente Crocetta dovrà chiedere ufficialmente al ministro dei Trasporti Graziano Delrio e che consentirà di mantenere tale autonomia per tre anni. Se poi, nei prossimi 12 mesi, Messina e Milazzo confermeranno i trend di crescita, il governo nel 2017 potrebbe pensare alla creazione di una nuova Autorità di sistema che conserverebbe per intero funzioni, organismi e sede di rappresentanza. Per farlo basterà un emendamento come sottolineato dallo stesso Lotti. «Era insostenibile mantenere in vita 24 Autorità portuali», ha sottolineato il sottosegretario. 

Che ha poi ribadito l’impegno del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che è pronto ad una mobilitazione per la Sicilia e la Calabria. «Abbiamo messo in campo per il Patto per la Sicilia un miliardo duecentomila euro. Adesso la palla passa alla Regione che deve fare la sua parte – ha concluso Lotti -. Abbiamo anche salvato anche il bilancio, come Crocetta sa bene, altrimenti sarebbe stato il disastro. E il nostro Piano delle grandi opere pubbliche sarà dedicato in massima parte alle infrastrutture tra Sicilia e Calabria». E quando si parla di grandi opere la mente va al Ponte sullo Stretto, ma a riguardo il sottosegretario non ha lasciato trapelare nulla.


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