Aveva 88 anni. Ancora oggi sulle Madonie, ci sono scritte che inneggiano al suo nome. Vinse anche la 24 ore di Le Mans e la mille chilometri del Nurburgring
Automobilismo, addio a Nino Vaccarella Il preside che vinceva le Targhe Florio
È morto a 88 anni Nino Vaccarella, detto Ninni, vincitore di ben tre edizioni della Targa Florio. Nato a Palermo il 4 marzo 1933, e tra i migliori piloti di vetture sport a livello internazionale. La passione di Ninni inizia quando giovanissimo assiste ad alcune edizioni del mitico Giro Automobilistico di Sicilia, voluto da Raimondo Lanza di Trabia con Stefano La Motta e Vincenzo Florio.
Si laurea in giurisprudenza nel 1956 e collabora immediatamente nella gestione della scuola di famiglia, l’istituto Oriani, dove comincia anche a insegnare prima di diventarne il preside. Oltre alla targa Florio ha partecipato alla mille chilometri del Nurburgring, alla 12 ore di Sebring, alla 24 Ore di Le Mans e alla mille chilometri di Monza.
Beniamino degli appassionati di motori in Sicilia, Vaccarella aveva cominciato la sua carriera di pilota negli anni Cinquanta, passando dalle gare in salita alle corse in circuito. La sua prima vittoria di prestigio arriva con la Ferrari alla mille chilometri del Nurburgring, nel ’64 (anno in cui la scuderia di Maranello conquista il titolo mondiale), e un mese dopo vince anche la 24 Ore di Le Mans.
Nel ’70, con Ignazio Giunti e Mario Andretti, sale sul podio più alto alla 12 ore di Sebring. Alla Targa Florio, la gara che più ha amato, il primo trionfo arriva nel ’65 in coppia con Lorenzo Bandini sulla Ferrari 275P; seguiranno due vittorie con l’Alfa Romeo: nel ’71 in coppia con Toine Hezmans e nel ’75 con Arturo Merzario. Laureato in giurisprudenza, dopo la prematura morte del padre dirige a Palermo la scuola privata della famiglia (da qui il soprannome di “Preside volante) e divide la passione sportiva con il lavoro tra i banchi che lascerà solo per andare in pensione.
Sulle Madonie, il territorio che ospita il circuito della Targa Florio, ancora oggi – a quasi mezzo secolo dalla sua ultima e vittoriosa partecipazione alla gara – c’è ancora il suo nome che campeggia sui muri del tracciato. Il Comune di Collesano, dove sorge un museo della Targa Florio, l’ha adottato, conferendogli la cittadinanza onoraria.