«L’ultima volta che ho parlato direttamente con il vescovo è stato nel mese di giugno e, già in quell’occasione mi ha informato che non mi considerava più il suo referente per Augusta. E questa è una frase che si può interpretare in tanti modi, compreso quello di una richiesta non ufficiale di dimissioni». Così racconta a Meridionews don Palmiro Prisutto, il parroco della chiesa Madre di Augusta, che ieri ha pubblicato una lunga lettera aperta indirizzata ai fedeli della cittadina megarese nella quale ricorda le tappe di un percorso difficile iniziato tre anni fa con il suo arrivo ad Augusta e segnato dai conflitti con alcune confraternite.
Nel mese di marzo di quest’anno, don Palmiro aveva già ricevuto una lettera dal vescovo che intimava di rassegnare le dimissioni entro cinque giorni. Poi, dopo un periodo di apparente riconciliazione, il conflitto con le confraternite si è riacceso in occasione della recente festa di San Domenico. «Il fatto è che io – spiega l’arciprete di Augusta – ho tolto a questi signori la visibilità e l’opportunità di utilizzare la chiesa Madre come il loro palcoscenico, togliendogli di mano la gestione esclusiva della festa del patrono e del contributo di decine di migliaia di euro che venivano precedentemente elargiti dal Comune. Se poi vogliamo capire chi c’è dietro le confraternite – aggiunge – bisogna dire apertamente che all’interno di queste ci sono molte persone che lavorano nell’ambito dell’area industriale a cui le mie battaglie danno sicuramente fastidio».
Hanno fatto clamore anche a livello nazionale le messe celebrate il 28 di ogni mese, in cui don Palmiro legge i nomi di tutte le persone morte e ammalate di cancro della città di Augusta. «Il vescovo è stato sempre male informato da parte di quattro o cinque elementi appartenenti a queste confraternite – dice il parroco – e se decidesse di avanzare nuovamente un’esplicita richiesta di dimissioni nei miei confronti, dovrebbe giustificarla con delle motivazioni credibili più di quelle addotte finora».
Nello scorso mese di giugno, al termine della sua messa in ricordo delle vittime di cancro, l’arciprete aveva proposto ai residenti del quadrilatero industriale di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa di restituire le tessere elettorali al Quirinale. «Io mantengo la mia posizione di coerenza – conclude don Palmiro – e continuerò a fare quello che ho sempre fatto fin da quando sono stato ordinato sacerdote, pur essendo spesso solo contro tutti. Sperando che questo sia l’ultimo fuoco acceso contro di me, mi auguro che il vescovo decida di assumere una posizione chiara e inequivocabile in attesa di ottenere verità e giustizia per questa situazione».
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