Augusta, sindaca M5s non vuole l’hotspot «Rischio terroristi infiltrati fra i migranti»

«Ad Augusta l’hotspot non va fatto perché ci sono molti siti sensibili che, se presi di mira da terroristi infiltrati fra i migranti, genererebbero danni irreparabili per tutto il Paese, non solo per i cittadini di Augusta». Parola di Cettina Di Pietro, sindaca del Movimento cinque stelle della cittadina siracusana. Che interviene sulla possibilità, ormai più che concreta, di aprire uno dei cinque centri di identificazione gestiti dall’Europa nel Comune che amministra. Gli altri, alcuni già in fase operativa, sorgeranno a Pozzallo, Lampedusa, Porto Empedocle e Trapani. 

Già nelle settimane scorse Di Pietro aveva manifestato la sua contrarietà all’hotspot. Adesso, però, ai motivi sostenuti dalla sindaca, si aggiungono gli attentati di Parigi. «Alla luce della tragedia verificatasi – afferma – si impongono delle serie riflessioni. Ad Augusta sono presenti il più grosso polo petrolchimico d’Europa, una base Nato e l’arsenale militare marittimo. E quello che si legge sui giornali, che uno dei terroristi pare fosse un rifugiato, crea preoccupazione». Il riferimento è al ritrovamento di un passaporto siriano accanto a uno dei kamikaze entrati in azione allo Stade de France a Parigi. Documento che però, dopo poche ore, è stato riconosciuto falso. «Non contiene i numeri corretti per un passaporto legittimo e la foto non coincide con il nome», ha spiegato uno 007 statunitense alla televisione americana Cbs. La prima cittadina però sembra non aver letto la rettifica e si difende: «La mia è la valutazione di un sindaco che cerca di tutelare la sua comunità – precisa – poi certe cose spettano alla politica nazionale, più che a quella locale». 

Rispetto agli attentati di Parigi, al momento non risulta che i terroristi – di cui tre di nazionalità francese – siano arrivati in Europa come rifugiati. Relativamente alla Sicilia, esiste un solo caso, di richiedente asilo arrestato con l’accusa di terrorismo. Si tratta del 25enne pakistano Muhammad Bilal, che ha soggiornato in due comunità a Siracusa e Piazza Amerina. Lo scorso 20 ottobre è stato arrestato a Mantova. E sono ancora in corso le indagini della Procura di Caltanissetta per ricostruire la sua rete di contatti. In quell’occasione i pubblici ministeri esclusero l’eventualità che fosse in grado di organizzare attentati terroristici in Italia.

Sulla costruzione dell‘hotspot ad Augusta, intanto, il ministero dell’Interno sembrerebbe tirare dritto, nonostante un parere negativo sia arrivato anche dall’autorità portuale di Augusta. «Il 12 novembre c’è stato un incontro al ministero delle Infrastrutture – sottolinea Di Pietro – ma il capo dipartimento Immigrazione, Mario Morcone, ha espresso la volontà di farlo ugualmente. È già stato pubblicato un bando di gara. Noi – continua la sindaca – diciamo no, perché qui non è solo in ballo lo sviluppo economico di una città e di una Regione che conta strategicamente sul porto di Augusta; è in gioco la sicurezza dei cittadini e di tutta la nazione. La nostra comunità, già a partire dall’operazione Mare nostrum, ha dato tantissimo in termini di risorse umane ed economiche. È arrivato il momento di dire basta».


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Guardando a Parigi, Cettina Di Pietro dice no alla realizzazione del centro d'identificazione gestito dall'Europa. Il riferimento è al ritrovamento di un passaporto siriano accanto a uno dei kamikaze. Che però si è scoperto essere falso. «L'ho letto sui giornali, io cerco solo di tutelare la mia comunità», spiega 

Guardando a Parigi, Cettina Di Pietro dice no alla realizzazione del centro d'identificazione gestito dall'Europa. Il riferimento è al ritrovamento di un passaporto siriano accanto a uno dei kamikaze. Che però si è scoperto essere falso. «L'ho letto sui giornali, io cerco solo di tutelare la mia comunità», spiega 

Guardando a Parigi, Cettina Di Pietro dice no alla realizzazione del centro d'identificazione gestito dall'Europa. Il riferimento è al ritrovamento di un passaporto siriano accanto a uno dei kamikaze. Che però si è scoperto essere falso. «L'ho letto sui giornali, io cerco solo di tutelare la mia comunità», spiega 

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